Romano di nascita, romanista nel cuore. Antonio o meglio Tony Di Carlo con i colori giallorossi sul petto ci è nato e cresciuto. Prima le giovanili, poi qualche esperienza in prestito prima di essere pronto per l’esordio nel calcio che conta. Trequartista pieno di estro e fantasia, sotto la guida di Eriksson si è trasformato in un’ala veloce e affidabile. Per commentare Inter-Roma e le scelte di Mourinho, Di Carlo, che ha vestito la maglia giallorossa dal 1984 al 1987, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Inter-Roma e la gestione di Mourinho, Di Carlo a Tag24
Due big match disputati fino a questo momento, quello con il Milan e quello con l’Inter che hanno portato a due sconfitte piuttosto nette, se non nel risultato sicuramente sul piano del gioco. Per la Roma è un campionato altalenante, e gli scontri diretti dimostrano che in questa stagione è piuttosto indietro rispetto alle prime della classe. Mourinho, con i nerazzurri, l’aveva preparata proprio così: squadra tutta in difesa, pronta a colpire alla prima occasione. L’Inter però di spazi non ne ha lasciati e alla fine Thuram ha segnato il gol vittoria. Di Big Roma, l’uomo più atteso a San Siro, nemmeno l’ombra. Per commentare l’1 a 0 di Inter-Roma e la gestione di Mourinho, Di Carlo, ex calciatore che ha vestito la maglia giallorossa sin dalle giovanili, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Roma va a San Siro e prova a difendere il pareggio. Come hai visto i giallorossi contro l’Inter?
“Più che come l’ho vista, direi come non l’ho vista. Scherzi a parte, la Roma non ha giocato, ma devo ammettere che ero preparato al risultato negativo. Nonostante questo però mi aspettavo qualcosa di diverso almeno sotto il profilo del gioco. I giallorossi potevano fare qualcosa di più ed essere almeno leggermente più propositivi. Detto questo, però, non mi sorprende. Nell’ultimo periodo, o meglio ancora già dalla fine del campionato scorso, la squadra di Mourinho sotto il profilo del gioco non ha mai convinto e non mai espresso un buon calcio. È chiaro che adesso gli mancano anche dei giocatori importanti, ma questa può essere una scusante minima. Resta il fatto che le caratteristiche della squadra sono queste”.
Un non gioco di cui parlano in tanti, dipende da Mourinho?
“Mourinho è stato un grandissimo allenatore, uno dei più forti per lungo periodo. Non devo essere di certo io a dirlo, i risultati parlano per lui. Ha vinto tutto in carriera e se ci pensate bene non ha mai espresso un grande calcio. Credo che lui sia fenomenale nella gestione dei campioni e dello spogliatoio. La differenza sta nel fatto che oggi invece a disposizione ha una squadra mediocre. Ha bisogno di grandi giocatori, che lui riesce a farli rendere al massimo e grazie a questo vince e stravince. Alla Roma invece ha una rosa diversa da quelle a cui è stato abituato e quindi questi sono i risultati”.
L’uomo più atteso nella sfida con l’Inter era certamente Lukaku, che ieri si è visto poco o niente. Anche questo dipende dal gioco oppure il belga può aver subìto l’ambiente ostile?
“In piccola parte direi che ha subìto il colpo viste le tante polemiche. Essere fischiati da uno stadio intero non è di certo piacevole. Gran parte della colpa, se così vogliamo definirla, per la sua prestazione però, va ricercata ancora una volta nel gioco. Lukaku è l’uomo perfetto per la Roma e si è visto sin dal suo arrivo nella Capitale. I gol che ha fatto finora se li è quasi inventati, grazie anche a una forza fisica impressionante. Va detto però che non è la Roma che aiuta Lukaku a fare gol, bensì è lui che aiuta la squadra a guadagnare qualche punticino. Vediamo ora che succede, perché fino a questo punto il calendario era stato piuttosto semplice e i giallorossi hanno affrontato tutte squadre alla portata. Ora che arrivano i big match capiremo di che pasta è fatta questa squadra”.
Quanto hanno influito gli infortunati?
“Le assenze pesano, non ci piove. Dybala, sicuramente, ma anche Pellegrini che non è più quello di qualche tempo fa. Resto convinto che per quello che ci ha fatto vedere negli anni, è un calciatore che avrebbe giocato anche 20 anni fa nella Roma. Io sono un suo grande estimatore e mi auguro che possa tornare su quei livelli”.
Mourinho si è arrabbiato nel post partita per il calendario. I giallorossi avevano giocato giovedì in Europa League mentre l’Inter martedì e ha così avuto due giorni in più per preparare la partita. Questo ha cambiato le carte in tavola?
“In minima parte forse si, ma l’Inter resta comunque più forte della Roma. Il divario in questo momento è enorme e questo non sarebbe cambiato. Ieri i giallorossi avrebbero potuto chiudere il match con un passivo molto più pesante e questo sì che avrebbe cambiato le cose. Immaginate una squadra che gioca così e magari torna a casa con 4 o 5 gol subìti. Cosa sarebbe successo? Conosciamo tutti l’ambiente, sarebbe stato un boccone amaro da mandare giù”.
Resta la fiducia nei confronti di Mourinho?
“Senz’altro, resta un grande allenatore e non ha di certo a disposizione una squadra in grado di arrivare tra le prime quattro in classifica. La Roma è tra quelle che, insieme a Fiorentina e Atalanta, dovrà lottare fino alla fine per un posto in Europa”.