Ogni individuo che ha visto le scene macabre dell’attacco terroristico del 7 ottobre scorso perpetrato da Hamas contro i civili in Israele ha pensato, almeno una volta, a come sia possibile che le forze israeliane siano state colte così tanto alla sprovvista. A trattare di questo spinoso tema ci ha pensato il New York Times, il quale afferma come Israele e il suo leader, Benjamin Netanyahu, avessero ormai da svariati mesi smesso di spiare Hamas e di conseguenza hanno commesso l’imperdonabile errore di aver sottovalutato la potenza di questo gruppo terroristico.

La convinzione era ormai quella di un Hamas incapace di poter minacciare davvero la potenza di Israele: questa ferrea credenza, unita ad uno stop della raccolta di informazioni e ad una cessazione di ogni spionaggio verso i membri dell’associazione terroristica, hanno portato per forza di cose a sottovalutare di gran lunga la capacità di Hamas. Lo stesso, però, non ha fatto quest’ultimo: oggi è parso evidente, infatti, come gli uomini di questa associazione abbiano a disposizione meticolose informazioni riguardo tutte le principali basi militari di Israele.

Guerra in Medio Oriente, il New York Times mette nero su bianco le colpe di Israele: attese le indagini interne

Proprio come accaduto all’interno degli Stati Uniti dopo il tragico 11 settembre 2001, anche in Israele si terranno indagini approfondite per comprendere come sia stato possibile un errore così macroscopico di valutazione. Ad ogni modo, sembra chiaro a tutti come non si tratti di un singolo sbaglio imputabile ad una sola persona ma una miriade di errori reiterati per mesi.

Da alcune indagini condotte del NYT, inoltre, è emerso come la sicurezza israeliana abbia cercato di informare Netanyahu sui pericoli legati alle recenti proteste che hanno sconvolto il paese (in merito alla contestata riforma della giustizia), eventi che avrebbero potuto incoraggiare i nemici esteri a colpire approfittando della debolezza interna.  

Hamas diffonde video con gli ostaggi: richiesto lo scambio con detenuti palestinesi

Un recente video diffuso da Hamas ritrae tre donne prese in ostaggio nell’attacco del 7 ottobre scorso e rivolgono un appello diretto al premier Netanyahu.

“Ti sei impegnato a liberare tutti, invece noi paghiamo il fallimento politico, di sicurezza, militare e dello stato per il tuo disastro del 7 ottobre. Non c’era l’esercito, non c’era nessuno e nessuno ci ha protetto il 7 ottobre, non c’è l’esercito e noi cittadini che paghiamo le tasse ci troviamo prigionieri in condizioni impossibili.

Ieri c’è stata una conferenza stampa e doveva esserci un cessate il fuoco. Ma non è stato così, siamo ancora qui sotto le bombe. Tu ci uccidi, tu vuoi ucciderci tutti, non ci hai abbastanza massacrato? Liberaci tutti, facci tornare delle nostre famiglie adesso, adesso.”

Le reti televisive di Israele non hanno trasmesso il video, definito da Netanyahu stesso una “crudele propaganda psicologica”. Egli ha aggiunto, inoltre, come si stia tentando di fare tutto il possibile per salvare le tre donne in video e tutti gli altri ostaggi in mano ad Hamas, questo mentre si stanno intensificando le incursioni via terra nella Striscia di Gaza.

“Mi rivolgo a Yelena Tropanov, Danielle Alloni e Rimon Kirscht che sono state rapite da Hamas-Isis in quello che è un crimine di guerra: io vi abbraccio, il nostro cuore è con voi. Vi abbraccio. Facciamo tutto il possibile per riportare a casa gli ostaggi e i dispersi”.