A Manchester lo sanno bene, un derby può cambiare le sorti della stagione. L’eterna sfida tra Red Devils e Citizens ha scritto pagine indelebili della storia della Premier League, ricalcolando traguardi e ambizioni di entrambe le società. Così, all’indomani della sfida tra United e City, ci troviamo nuovamente a parlare di una disfatta totale e di un’ascesa vincente. Il 3-0 firmato da Haaland e Foden ha riportato i Diavoli di ten Hag all’inferno e ha permesso a Pep Guardiola di raggiungere l’ennesimo record della sua carriera.
Derby di Manchester, sprofonda ten Hag. Guardiola torna grande
Il derby di ieri pomeriggio ha rimarcato la differenza abissale tra i due tecnici in campo. Erik ten Hag è finito di nuovo sul patibolo e per lui si prospettano giorni tutt’altro che semplici. Il pesante ko ha alimentato le critiche della stampa nei suoi confronti, ma a preoccupare è ben altro. Il vero e proprio dramma è generato da un mix di insicurezza e consapevolezza ribadito dallo stesso allenatore olandese. Ten Hag, pochi attimi dopo il match, ha sottolineato che il Manchester United non giocherà mai lo stesso calcio del suo Ajax. Le parole hanno allarmato i tifosi che si chiedono: “Ma allora cosa lo abbiamo preso a fare?”.
È chiaro che le dichiarazioni del manager si riferivano alla differenza tra le caratteristiche degli uomini a disposizione. Tuttavia, ammettere che non si raggiungerà mai quel livello qualitativo è una sconfitta in partenza. Dalle parti di Carrington sono abituati bene e ten Hag era stato preso per ambire a uno standard di gioco accettabile. Dopo gli anni bui di van Gaal e Moyes, l’olandese avrebbe dovuto riportare i Red Devils agli antichi fasti ma finora l’esperimento è fallito.
I problemi dei Red Devils e le scelte di ten Hag
Le difficoltà del Manchester United possono essere riassunte da una semplice statistica. Da inizio stagione i Red Devils hanno giocato sei gare in casa e, in totale, sono stati in vantaggio per soli 29 minuti. Si tratta di un dato eloquente, che assume ancora più significato osservando il nome delle avversarie. Pima del derby contro il City la formazione di ten Hag se l’è vista con Wolverhampton, Nottingham Forest, Brighton, Crystal Palace e Brentford, squadre tutt’altro che irresistibili.
In molti casi le scelte di ten Hag sono sembrate inopportune. Nel derby di Manchester l’ex Ajax ha schierato Evans e Lindelof, preferendoli a Varane e Reguilon in difesa. A far discutere è anche lo scarso impiego di Mason Mount, arrivato per 55 milioni di sterline ma mai pienamente coinvolto all’interno del progetto tecnico.
Guardiola eguaglia il record di Clough
L’altra faccia della medaglia è rappresentata da Pep Guardiola. Il tecnico spagnolo non sta vivendo la stagione più esaltante degli ultimi anni ma, al contrario di ten Hag, le sue idee non sono mai venute meno. Il calcio insegna che ripetersi non è semplice e le difficoltà aumentano se sei reduce dal triplete e alleni la squadra più forte del mondo. Per molti potrà sembrare un controsenso, ma partire con i favori del pronostico complica le cose. Il calo del Manchester City a fine settembre ha riportato i Citizens con i piedi per terra e le sconfitte con Wolverhampton e Arsenal gli hanno fatto perdere la testa della classifica.
Alla fine, però, Guardiola è uscito dalle difficoltà come un vero fuoriclasse. Il 3-0 nel derby ha sancito l’ennesimo record della sua carriera: l’ex Barcellona è diventato il secondo tecnico a sconfiggere tre diversi allenatori del Manchester United all’Old Trafford. Dopo Mourinho e Solskjær, anche ten Hag è stato vittima del suo City. L’unico a riuscirci era stato Brian Clough, leggenda del calcio inglese in grado di vincere due Coppe dei Campioni con il Nottingham Forest.
La principale antagonista del Manchester City
Insomma, se il gap tra ten Hag e Guardiola era già evidente prima della partita di ieri, il derby vinto dai Citizens ha rimarcato la distanza tra i due manager. E a declassare il lavoro dello United ci ha pensato lo stesso Guardiola, che ha indicato il Liverpool come principale antagonista del suo recente passato, ignorando i cugini dello United.
C’è stato un anno con Ole Gunnar Solskjaer in cui siamo stati abbastanza vicini, ma nel complesso è stato il Liverpool. Quando finirò il mio mandato qui, il Liverpool sarà stato il mio rivale più grande.