Al termine di diverse ore di camera di consiglio, la Corte d’Appello del Tribunale di Bolzano ha condannato Benno Neumair all’ergastolo. Il 33enne, ex body builder, era accusato di omicidio plurimo aggravato e soppressione di cadavere, per aver ucciso i genitori Peter e Laura gettandone i corpi nelle acque del fiume Adige. La difesa aveva chiesto che fosse assolto: secondo gli avvocati Angelo Polo e Flavio Moccia, sarebbe non imputabile perché malato. Di diverso avviso i giudici.
Benno Neumair condannato all’ergastolo anche in Appello: accettata la richiesta dell’accusa
L’udienza prevista per stamattina si era conclusa in pochi minuti: sia l’accusa che la difesa avevano infatti rinunciato alle repliche. Poi la Corte si era riunita in camera di consiglio. Pochi minuti fa la sentenza. Benno Neumair era accusato del duplice omicidio dei genitori. Accettando la richiesta del pm, i giudici l’hanno condannato all’ergastolo, confermando la sentenza già emessa in primo grado lo scorso 19 novembre.
Gli esperti che lo avevano visitato in carcere avevano stabilito che al momento dell’uccisione del padre fosse seminfermo di mente, dichiarandolo invece capace di intendere e di volere per quello della madre. La difesa, puntando sul suo disturbo della personalità e giudicandolo “malato”, aveva chiesto che fosse assolto per il primo omicidio e dichiarato seminfermo per il secondo, previa esclusione dell’aggravante della premeditazione.
Al momento della lettura della sentenza il 33enne non era in aula. Di recente, attraverso i suoi legali, aveva chiesto – senza successo – di poter accedere a un programma di giustizia riparativa, un istituto introdotto dalla riforma Cartabia per garantire una sorta di riavvicinamento tra il reo e le persone offese (in questo caso la sorella Madè e gli zii, che non si erano detti pronti a vederlo).
La ricostruzione del duplice delitto
Era il 4 gennaio del 2021. Benno Neumair uccise il padre e la madre all’interno dell’abitazione in cui vivevano, al civico 22 di via Castel Roncolo, a Bolzano. Il giorno successivo, cercando di depistare le indagini, ne denunciò la scomparsa ai carabinieri, raccontando che erano usciti di casa per una passeggiata in montagna e che non avevano mai fatto ritorno.
Dopo le prime ricerche i sospetti si erano concentrati su di lui. 24 giorni dopo il duplice delitto, ormai alle strette, il 33enne aveva confessato. Stando alla sua versione dei fatti, avrebbe aggredito Peter, 63 anni, dopo che lui l’aveva svegliato, in seguito a un litigio; poi, preso dal panico, avrebbe fatto lo stesso anche con la madre Laura Perselli, 68 anni.
Da poco era stato sottoposto a un Tso in Germania. I medici gli avevano diagnosticato un grave disturbo della personalità. Avrebbe dovuto essere curato, ma si rifiutava. I genitori ne avevano paura: la notte, mentre dormivano, si chiudevano a chiave nella loro stanza. Dall’abitazione avevano fatto sparire tutti i coltelli, temendo che il figlio potesse usarli contro di loro. Un timore evidentemente fondato.
Alla fine Benno si era avvalso di una corda da arrampicata trovata in casa. La sera del delitto, dopo essersi appropriato dell’auto dei genitori, ne aveva gettato i cadaveri nell’Adige e si era recato ad Ora, dove aveva dormito insieme a una ragazza. Il giorno dopo, aiutato da un’altra, aveva ripulito la scena del crimine. Nel corso di una perquisizione era stato trovato in possesso di una tanica di acqua ossigenata: era diretto ad un autolavaggio; se non fosse stato fermato sarebbe riuscito a eliminare ogni traccia del crimine dall’abitacolo.
In questo articolo ripercorrevamo in maniera approfondita la vicenda: Cosa ha fatto Benno Neumair? Movente, condanna e malattia dell’omicida di Bolzano.