Gli ultimi sondaggi politici Tecnè realizzati per l’agenzia Dire a fine ottobre sono abbastanza significativi, in quanto recepiscono gli umori degli elettori alla luce delle recenti novità. Le ultime settimane nel panorama politico italiano sono state particolarmente movimentate. Al centro delle attenzioni, le speculazioni sulla manovra finanziaria che hanno generato molte ambiguità e scontri su temi sensibili come possibili incrementi delle imposte e modifiche alle pensioni, tema attorno al quale in campagna elettorale si era fatto molto rumore. Questa incertezza si è riflessa anche nelle ultime tendenze dei sondaggi elettorali, delineando un quadro in continua evoluzione delle forze politiche.
Sondaggi politici Tecnè per Dire di fine ottobre: calo FdI e Lega
Fratelli d’Italia ha registrato una leggera flessione, attestandosi al 28,7%. Nonostante questa lieve decrescita, mantiene una posizione di vantaggio notevole rispetto alle altre formazioni politiche. Tuttavia, la sua riduzione di consensi potrebbe essere stata influenzata dalle recenti notizie relative alla Legge di Bilancio.
Parallelamente, un altro grande attore del centrodestra, la Lega, ha visto una diminuzione dei suoi consensi, scendendo al 9,2%. Dopo un periodo di recupero, sembrava che la formazione avesse ritrovato vigore, soprattutto grazie al focus sulla questione migratoria. Contrariamente, Forza Italia rimane stabile al 10%, consolidando la sua posizione come secondo partito all’interno della coalizione di governo.
Sondaggi politici Tecnè Dire fine ottobre: il punto sulle opposizioni e gli altri partiti
Sebbene le opposizioni non abbiano registrato grandi rivoluzioni nei consensi, alcune tendenze meritano attenzione. Il Partito Democratico, sotto la guida di Elly Schlein, ha mostrato segnali di crescita, avvicinandosi al 20% (+0,1%, al 19,8%). Similmente, il Movimento 5 Stelle ha guadagnato una lieve percentuale di consensi, raggiungendo il 16,2%.
Esaminando le altre forze politiche che compongono il centrosinistra, vediamo che non tutte seguono la stessa traiettoria. Mentre Alleanza Verdi-Sinistra ha visto una leggera contrazione (-0,1%, al 3,2%), +Europa ha guadagnato terreno (+0,1%, al 2,2%).
Infine, nell’area di centro, alcuni partiti hanno mostrato segnali positivi: Azione, guidato da Carlo Calenda, e Italia Viva, sotto la direzione di Matteo Renzi, hanno entrambi registrato un incremento nei loro consensi, entrambi dello 0,1%, rispettivamente al 3,6% e al 2,5%.
La fiducia nel governo e nella premier Meloni
Un’osservazione importante riguarda la fiducia nell’attuale esecutivo: i dati mostrano un lieve calo di chi si dice fiducioso (-0,3%, al 42,1%), mentre chi esprime sfiducia vede una piccola crescita (+0,2%, al 50,7%). Interessante notare come la fiducia nei confronti della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sia leggermente superiore a quella del governo (47,2%, nonostante un calo dello 0,2%). Aumenta invece la percentuale di chi ha sfiducia nei suoi riguardi (+0,3%, al 47,6%).
Dopo la Meloni troviamo Antonio Tajani, stabile al 32,5% al secondo posto, mentre Giuseppe Conte guadagna lo 0,1% salendo al 30,7%. A tallonarlo ci pensa Elly Schlein (anche lei +0,1%, ma al 30,5%). Cala dello 0,2% la fiducia nei confronti di Matteo Salvini (29,6%).
Considerazioni finali
Iniziano a vedersi delle conseguenze su quello che il governo, dopo 1 anno di legislatura, ha fatto e non ha fatto. Gli ultimi sondaggi politici Tecnè per l’agenzia Dire, nonostante non evidenzino risultati estremamente rilevanti, scossoni pesanti o movimentazioni rivoluzionarie, restano comunque significativi nel sottolineare che la fiducia nel governo inizia a scricchiolare.
Non c’entra certamente il gossip, con la vicenda Giambruno che di certo non ha fatto scendere la simpatia nei confronti della Meloni, anzi: si parla invece di temi finanziari e di attualità.
Continua ad avvertirsi una sensazione di vuoto politico dall’altra parte, con l’opposizione che rosicchia qualche punticino, ma si parla sempre di decimi di punto che di certo non impensieriscono i partiti al vertice.
Tali variazioni potrebbero comunque essere considerare per il prossimo futuro, soprattutto considerando le problematiche che il governo sarà costretto ad affrontare e che non potrà risolvere a suon di bonus e mancette. Peseranno senz’altro anche i responsi delle agenzie di rating sullo stato di salute economica del Paese. Non resta che aspettare l’appuntamento della prossima settimana.