Liliane Murekatete è conosciuta principalmente per il suo legame con il deputato Aboubakar Soumahoro, ma è diventata nota alle cronache, a causa di una vicenda giudiziaria che coinvolge lei e sua madre.

Liliane Murekatete: età, origini, lavoro

A Latina, città in cui abita, Liliane Murekatete era diventata famosa con l’appellativo “Lady Gucci” in virtù della sua predilezione per abiti di alta moda. Oltre a queste informazioni, è noto che la donna è di origine ruandese e ha 46 anni.

Murekatete riveste la carica di presidente presso la cooperativa sociale Karibu. Il suo profilo LinkedIn mostra un background lavorativo come assistente di un membro del parlamento e una lunga esperienza lavorativa di 5 anni e 11 mesi, a partire da gennaio 2017, presso la cooperativa sociale Karibu.

Nel 2022, suo marito Soumahoro aveva dichiarato che sua moglie non svolgeva un’occupazione retribuita, né aveva mai ricoperto ruoli di rilievo all’interno della cooperativa Karibu. Inoltre, non avrebbe mai fatto parte di alcun Consiglio d’Amministrazione (Cda) all’interno della stessa cooperativa.

Perché è stata arrestata?

Liliane Murekatete e sua madre, Marie Therede Mukamatsindo, sono state poste agli arresti domiciliari su disposizione del gip di Latina. Questa decisione, come riporta il quotidiano La Repubblica, è avvenuta nell’ambito delle indagini sulla gestione delle cooperative che si occupavano dell’accoglienza di migranti e minori non accompagnati nella provincia di Latina.

Insieme agli arresti domiciliari per le due donne, membri del Consiglio di Amministrazione (Cda) della cooperativa sociale Karibu, è stato imposto l’obbligo di dimora ad un altro figlio della suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. Inoltre, le autorità finanziarie hanno eseguito un sequestro preventivo a fini di confisca, mirato a recuperare i profitti derivanti dai reati, sia delle persone coinvolte che di un altro soggetto legato a loro da vincoli familiari e attualmente residente all’estero.

Le indagini svolte dalla procura di Latina e dalla Guardia di Finanza hanno rivelato una serie di condotte illecite, tra cui frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. In particolare, le cooperative Karibu e Consorzio Agenzia per l’inclusione e i diritti d’Italia, con la partecipazione indiretta della Jambo Africa tramite la Karibu, avrebbero ricevuto ingenti finanziamenti pubblici da vari enti (come la Prefettura, la Regione e gli enti locali), destinati a progetti specifici per l’assistenza dei richiedenti asilo e dei minori non accompagnati. Tuttavia, secondo le indagini, i servizi erogati erano inadeguati e non rispondevano alle specifiche degli accordi.

Inoltre, parte dei finanziamenti avrebbero subito una “distrazione” e sarebbero stati reinvestiti in attività imprenditoriali estranee agli scopi di assistenza e gestione dei migranti e richiedenti asilo in Italia. Questi fondi sono stati trasferiti all’estero, in particolare in Ruanda, Belgio e Portogallo, e sono stati utilizzati per scopi diversi da quelli previsti.

Le indagini hanno inoltre rilevato carenze gravi nelle strutture che ospitavano i migranti, tra cui sovraffollamento, alloggi in cattive condizioni con arredamento inadeguato, problemi igienici come presenza di umidità e muffa, e assenza di riscaldamento. Inoltre, sono state riscontrate irregolarità nell’erogazione di acqua calda, nella conservazione degli alimenti e nella qualità del cibo fornito.

Questa vicenda aveva già avuto implicazioni politiche e aveva portato il deputato Aboubakar Soumahoro a auto-sospendersi dal gruppo con cui era stato eletto. L’avvocato di Liliane Murekatete ha dichiarato che la sua cliente si proclama innocente e intende dimostrarlo.