Il panorama delle criptovalute è estremamente variegato. Se Bitcoin e Ethereum non hanno bisogno di presentazioni, considerata la loro notorietà, il discorso muta profondamente per migliaia di altri progetti di cui si parla molto meno. Un destino cui non sfugge, se non parzialmente, The Sandbox, criptovaluta che, pure, è legata ad un videogioco abbastanza popolare. Rientrando quindi di diritto in una categoria che si propone di differenziarsi dai token puramente speculativi.

Cos’è The Sandbox (SAND)?

The Sandbox (SAND) è una criptovaluta che alimenta un ecosistema fondato su un videogioco. In pratica, il progetto offre ai propri utenti l’opportunità di giocare e guadagnare token. In tal modo riesce a unire due universi tecnologicamente avanzati, dando luogo ad una soluzione estremamente originale, che ha spinto molti osservatori a preconizzare un grande futuro per The Sandbox.

Il progetto è nato su impulso di Arthur Madrid e Sebastien Borget, all’interno di Pixowl, nel 2011, attirando immediatamente l’attenzione generale. All’epoca, però, ancora non si parlava di Metaverso, diventato improvvisamente popolare nel decennio successivo, sotto la spinta di Meta. Un contesto che era invece già stato immaginato da Pixowl, con un ecosistema in cui il token SAND può essere utilizzato per acquistare NFT (Non Fungible Token), da coloro che fanno parte della comunità.

La soluzione progettata da Madrid e Borget non ha quindi avuto eccessive difficoltà ad essere riconosciuta da aziende come Atari, Helix e CryptoKitties. Realtà le quali non hanno tardato a riconoscere il tasso di innovazione che la caratterizza, decidendo quindi di finanziarne lo sviluppo.

Come funziona SAND?

The Sandbox é un vero e proprio ecosistema di gioco decentralizzato, all’interno del quale gli sviluppatori sono abilitati a condividere le loro creazioni con VoxEdit e Game Maker. Entrando in questo luogo virtuale, chiunque intenda farlo è in grado di creare oggetti da commercializzare sotto forma di NFT nel marketplace costruito allo scopo e lanciato nel 2021.

In pratica, gli utenti utilizzano SAND per l’acquisto di ASSETS, i quali possono essere trasformati da Game Maker in NFT, ad esempio costumi o edifici, da utilizzare nel corso del gioco. Oltre che per acquistare LAND, ovvero appezzamenti di terreno virtuali che rappresentano un’altra peculiarità di The Sandbox. A differenza di quanto avviene in MineCraft, infatti, il numero massimo di quelli esistenti è stato fissato a 166.465. Chiaro l’intento di dare vita ad un universo definito, in cui tali appezzamenti sono destinati ad apprezzarsi con il tempo.

Nel sistema così congegnato, SAND svolge la funzione di utility token, conferendo però ai suoi possessori anche la facoltà di partecipare ai processi di governo all’interno della comunità. Si tratta di un token ERC-20 fondato sul meccanismo di consenso Proof-of-Stake. Può quindi essere messo in staking permettendo il godimento di una rendita passiva per il suo deposito. A consentirne la gestione è il portafogli digitale che ogni utente riceve in dotazione quando si iscrive alla piattaforma di gioco.

In sede di tokenomics, l’offerta massima è stata indicata in 3 miliardi di esemplari. Di quelli già immessi sul mercato, circa il 25% è stato destinato a fondo di riserva dell’azienda, mentre il 30% sosterrà i piani di sviluppo della stessa.

Le prospettive di The Sandbox

Cosa ci si può attendere da The Sandbox, nell’immediato futuro? Secondo molti analisti nel corso del nuovo anno potrebbe dare vita ad un’intensa crescita. A favorirla l’atteso risveglio del settore crypto dopo una lunga gelata che ha fatto temere il peggio per l’intero settore.

In questo nuovo contesto, SAND potrebbe far valere il suo legame con il Metaverso e gli NFT. Ovvero con due realtà che sono attese ad una vera e propria esplosione. Al tempo stesso, però, proprio il legame con la realtà virtuale potrebbe rivelarsi uno svantaggio nell’immediato. Dopo gli entusiasmi suscitati in avvio, infatti, il Metaverso non ha fornito i risultati sperati. Basta vedere le forti perdite accumulate dalla divisione dedicatagli da Meta per capirlo. L’esplosione dei token ad esso collegati potrebbe di conseguenza essere rimandata ad un futuro ancora non precisato.