Fiorello sulla guerra in corso a Gaza tra Israele e Hamas non ha per niente voglia di scherzare. Lo showman ha dichiarato di non voler prendere posizione su una questione tanto delicata, ma di essere indignato per le scene che riguardano i bambini coinvolti nel conflitto.
Fiorello e la guerra a Gaza: “Non si può scherzare su tutto”
Nessuna voglia di scherzare o superficialità sulla guerra tra l’esercito israeliano e i miliziani di Hamas. È la convinzione di chi, come Fiorello, ha fatto dell’intrattenimento la sua vita, ma non per questo ritiene che qualsiasi argomento possa finire nella ‘giostra’ dello spettacolo.
Il celebre conduttore e showman ha espresso la propria posizione durante la conferenza stampa per la nuova stagione di ‘Viva Rai 2’, incontro stampa nel quale è stata anche confermata la presenza di Fiorello per l’intera settimana al Festival di Sanremo 2024. Parole più equilibrate di tante altre che circolano da quel drammatico 7 ottobre, anche da parte, purtroppo, di leader internazionali.
“Non si può scherzare su tutto. Perché noi dovremmo dire la nostra su quello che sta accadendo, con la Rai che dà una copertura al 100%? Se dovessi dire qualcosa dovrei averne il retaggio culturale, ma se non so non dico. Oggi viene chiesto ‘tu per chi sei e patteggi?’, ma non è Milan e Inter. Qui parliamo di bambini che muoiono. Se qualcuno mi chiede per chi patteggio io lo mando a quel paese. Se io dico che patteggio per la pace sono banale, ma davvero spero che si possa risolvere”.
Conferenza stampa Fiorello per ‘Viva Rai 2’, lo showman e il conflitto in Medio Oriente: “Indignazione e dolore per i bambini”
La diplomazia, intanto, va avanti, con le potenze occidentali che cercano di evitare l’escalation del conflitto. In questo senso bisogna leggere il colloquio telefonico tra il presidente USA Joe Biden e quello israeliano Benjamin Natanyahu.
Fiorello, spinto dalle domande dei giornalisti, si mostra ovviamente preoccupato per la guerra in corso e scettico nei confronti dei tavoli di pace, riservando le sue attenzioni maggiori alla condizione dei bambini, le vere vittime innocenti di quanto sta accadendo.
“Io non credo più neppure ai tavoli di pace. Siamo arrivati al capolinea e se non stiamo attenti succederà qualcosa di peggiore. Io non sono niente davanti a questa tragedia, ma consentitemi l’indignazione e il dolore che provo quando vedo i bambini. Non sono israeliani e palestinesi. Questa cosa va fermata. Questo è quello che penso”.
Una posizione tanto umile, senza una parola fuori posto, da parte di un uomo di spettacolo va elogiata. Soprattutto in un’epoca di slogan a effetto e di polarizzazioni, spesso orchestrate a tavolino per guadagnare punti di share, manciate di voti o per semplice deficit di attenzione.