Marie Therese Mukamitsindo è la madre di Liliane Murekatete, moglie del deputato e sindacalista dei braccianti Aboubakar Soumahoro.

Marie Therese Mukamitsindo, chi è?

Marie Therese Mukamitsindo, nata nel 1954, è giunta in Italia nel 1996, una fuga necessaria a causa della devastante guerra civile e del genocidio del 1994 nel suo paese d’origine, il Rwanda.

Viaggiando da sola, accompagnata solo da tre dei suoi quattro figli, ha attraversato paesi come il Congo, la Tanzania e il Kenya, raggiungendo infine un centro di accoglienza alle porte di Roma. In un discorso tenuto durante un evento TED Talks, Mukamitsindo ha rivelato di considerarsi fortunata, grazie alla sua nascita in una famiglia benestante, che le ha permesso di partire. Ha venduto la sua automobile e, con un passaporto falso, è giunta in Italia per salvare i suoi figli, benché inizialmente avesse intenzione di raggiungere il Belgio, essendo a conoscenza della lingua di quel paese.

Dopo aver ottenuto lo status di rifugiata, Mukamitsindo si è stabilita a Sezze, in provincia di Latina. Dopo un primo impiego come assistente anziani, è riuscita a far riconoscere il suo diploma in Servizio Sociale. Nel 2001, ha dato vita al “Progetto Karibu,” vincendo un bando del Ministero dell’Interno per un programma di accoglienza dei rifugiati dedicato alle donne con bambini. “Karibu” significa “benvenuto” in lingua swahili, ed il progetto era finalizzato all’accoglienza, all’integrazione e all’assistenza delle donne richiedenti asilo e rifugiate. Nel 2004, questo progetto ha dato vita a una cooperativa sociale, e negli anni successivi ha fondato anche il Consorzio Aid.

Per il suo impegno, Marie Therese Mukamitsindo è stata premiata nel 2018 con il “Money Gram Awards” per il suo contributo come imprenditrice straniera alla crescita economica in Italia, nonché per il suo ruolo nell’arricchire la cultura italiana e promuovere la diversità sociale. Per questa ragione, è stata invitata a tenere un discorso durante un evento TED Talks, in cui ha condiviso l’importanza di indirizzare e assistere i rifugiati, credendo fermamente nelle competenze individuali di ognuno di loro.

Perché è stata arrestata?

Come riporta Il Fatto Quotidiano, le accuse mosse nei confronti di Marie Therede Mukamatsindo e di sua figlia Liliane Murekatete riguardano la presunta sottrazione fondi pubblici per fornire un servizio ai richiedenti asilo, che alla fine si è rivelato inadeguato e non in linea con gli accordi stabiliti.

In altre parole, si tratta di reati quali frode nelle forniture pubbliche, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. Queste accuse hanno portato all’applicazione degli arresti domiciliari, decisione presa dal giudice istruttore presso il tribunale di Latina nell’ambito della gestione di cooperative incaricate dell’assistenza a migranti e minori non accompagnati nella provincia di Latina. L’azione è stata condotta dalla Guardia di Finanza.

In aggiunta agli arresti domiciliari, è stato imposto l’obbligo di dimora a un altro figlio della suocera del deputato Aboubakar Soumahoro. Inoltre, le autorità finanziarie hanno eseguito un sequestro preventivo a scopo di confisca, anche per quanto riguarda l’eventuale profitto derivante dal reato, nei confronti dei membri del consiglio di amministrazione della cooperativa Karibu e di un altro individuo legato a loro da legami familiari, che al momento si trova all’estero.

Le indagini condotte dalla procura di Latina e dalla Guardia di Finanza hanno portato alla luce presunte condotte illegali, tra cui la frode nelle forniture pubbliche, la bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e l’autoriciclaggio. In particolare, le cooperative Karibu e il Consorzio Agenzia per l’inclusione e i diritti d’Italia, insieme alla Jambo Africa (tramite la Karibu), avrebbero ricevuto ingenti finanziamenti pubblici da vari enti, tra cui la Prefettura, la Regione e gli enti locali, per specifici progetti o programmi di assistenza destinati ai richiedenti asilo e ai minori non accompagnati. Tuttavia, sembra che abbiano fornito un servizio insufficiente e non conforme agli accordi stabiliti.