Shani Louk, 22enne tedesco-israeliana ostaggio di Hamas, è morta. La conferma arriva dalla madre della ragazza, citata dalla Bild, che riporta anche un’ulteriore conferma da parte di sua sorella.
Purtroppo ieri abbiamo ricevuto la notizia che mia figlia non è più in vita.
La giovane era stata rapita dall’organizzazione islamista durante il rave party dello scorso 7 ottobre. Migliaia di ragazzi avevano partecipato al Nova Music Festival, organizzato nei pressi del kibbutz di Reim. La sua figura era comparsa in alcuni contenuti circolati sui social. A cominciare dall’agghiacciante video che la ritrae inerme, seminuda, mentre viene trasportata su un fuoristrada dai terroristi.
Morta Shani Louk, era in ostaggio di Hamas: l’appello della famiglia al governo tedesco
Si arricchisce di una nuova unità, dunque, il drammatico bilancio delle vittime nella Striscia, che secondo Hamas sono al momento oltre 8mila dall’inizio del conflitto.
Nelle scorse settimane era emerso che Shani fosse ancora viva ma “gravemente ferita” in un ospedale di Gaza. A nulla erano serviti gli appelli della famiglia al governo di Berlino: la madre della ragazza è infatti di nazionalità tedesca. Una informazione, quella sulla cittadinanza, resa pubblica nella speranza che le autorità tedesche potessero fare qualcosa nell’ottica di un eventuale scambio di prigionieri.
Le ultime immagini della giovane in possesso dei suoi cari sono proprio quelle del video citato, nel quale si vede Louk, riconoscibile dai tatuaggi, giacere sul truck col volto rivolto verso il basso. Diversi uomini calpestano il suo corpo privo di sensi. Un uomo le tira i capelli, un altro le sputa sulla testa sanguinante. Gli uomini gridano ‘Allahu Akbar’, ‘Allah è grande’. Poi si vede la vettura allontanarsi a tutta velocità.
Le origini della famiglia di Shani
Dopo il rapimento, i genitori della 22enne “non hanno più avuto notizie della figlia”. La loro banca li ha informati che la sua carta di credito “è stata utilizzata a Gaza“.
Sua madre, Ricarda Louk, è nata a Ratisbona, in Baviera: emigrata “trent’anni fa”, vive in Israele “a circa 80 chilometri dalla Striscia di Gaza”. Il marito e padre di Shani è israeliano. La coppia ha quattro figli: la vittima è la secondogenita, che viveva da sola a Tel Aviv. La madre era a conoscenza del fatto che la giovane fosse andata a un concerto “nel sud”.