Come sono stati uccisi i genitori di Benno Neumair? Dove sono stati ritrovati i loro corpi? Si chiamavano Peter e Laura, avevano rispettivamente 63 e 68 anni ed erano da poco andati in pensione dopo aver lavorato come insegnanti. Fu il figlio Benno ad ucciderli, strangolandoli all’interno dell’abitazione di famiglia a Bolzano. I loro corpi, gettati nelle acque del fiume Adige, sarebbero riemersi diversi mesi dopo il delitto.
Come sono stati uccisi i genitori di Benno Neumair?
Papà mi rinfacciava che non valessi niente. Era uscito fuori il discorso delle mie responsabilità. Mi sono sentito alle strette, così senza una via d’uscita.
Con queste parole Benno Neumair aveva provato a spiegare agli inquirenti il movente del duplice omicidio commesso all’inizio del 2021. Era il 4 gennaio. Con una cordina da alpinismo rinvenuta nella sua abitazione il 33enne aveva strangolato prima il padre e poi la madre, togliendo loro la vita. Stando alla sua testimonianza, poco prima avevano avuto una discussione: da un po’ i loro rapporti si erano fatti tesi, anche perché il 33enne, ricoverato coattivamente in Germania, rifiutava di farsi curare per i suoi problemi di mente.
Mi ero rifugiato in camera, volevo solo il silenzio. Mi ha incalzato, l’ho zittito, ho preso dalla bacinella di plastica dove ho gli attrezzi la prima corda da arrampicata che ho trovato […]. Eravamo in corridoio. Siamo cascati insieme per terra, non so se l’ho strozzato da dietro o da davanti. Ricordo solo che ho stretto molto forte. Poi sono rimasto seduto o sdraiato in corridoio. Ricordo che in quel momento è suonato il mio cellulare, probabilmente ho risposto. Poi ricordo che mi sono di nuovo agitato, sentendo il rumore del cellulare e poi, subito dopo, il rumore del chiavistello. Mi sono mosso verso la porta, è entrata la mamma, avevo ancora il cordino in mano e mi è venuto di fare la stessa roba, senza nemmeno salutarla,
aveva dichiarato, spiegando che subito dopo aveva caricato i due corpi sull’auto, gettandoli nelle fredde acque del fiume Adige. Gli esperti che l’hanno visitato pensano che sia affetto da un grave disturbo della personalità e che, almeno nel corso del primo omicidio, fosse seminfermo di mente. Una valutazione che non ha impedito ai giudici di primo grado di condannarlo all’ergastolo con un anno di isolamento diurno.
Oltre al duplice omicidio è stato accusato anche di soppressione di cadavere. Dopo il delitto denunciò la scomparsa dei genitori ai carabinieri, fingendo che si fossero allontanati per fare una passeggiata e non avessero mai fatto ritorno, depistando le indagini. Confessò a quasi un mese dai fatti, quando stava per essere inchiodato dalle prove raccolte dagli investigatori.
Come sono stati ritrovati i corpi di Peter Neumair e Laura Perselli?
Grazie all’analisi del telefono cellulare del 32enne si era riusciti a dimostrare che la sera della scomparsa dei genitori era stato nei pressi del ponte di Ischia Frizzi, dove erano state trovate delle tracce ematiche. Stando a quanto ricostruito in seguito, da lì si sarebbe disfatto dei cadaveri di Peter e Laura.
Nonostante le numerose ricerche, entrambi sarebbero riemersi dalle acque solo parecchie settimane dopo: prima quello della donna, il 5 febbraio; poi quello dell’uomo, il 27 aprile. L’autopsia effettuata dal medico legale incaricato avrebbe confermato la morte per strangolamento. Intervistata, la sorella di Benno, Madè, aveva raccontato che i genitori erano arrivati al punto di chiudersi a chiave mentre dormivano, per paura che il 33enne facesse loro del male.
Da poco era tornato a vivere con loro dopo essere stato sottoposto a un Tso, un trattamento sanitario obbligatorio. A un’amica Laura aveva spiegato di essere preoccupata per le sue condizioni di salute mentale e di aver nascosto tutti i coltelli che teneva in casa. I medici tedeschi che lo avevano preso in cura gli avevano diagnosticato un disturbo di personalità e aggressività: era già chiaro allora che il giovane avesse bisogno di un supporto psichiatrico.
Per questo, secondo i legali che lo difendono, gli avvocati Angelo Polo e Flavio Moccia, non sarebbe imputabile. Impugnando la sentenza con cui la Corte d’Assise del Tribunale di Bolzano lo aveva condannato all’ergastolo, hanno chiesto per lui l’assoluzione per il delitto del padre e il riconoscimento dell’attenuante della seminfermità per quello della madre, previa esclusione dell’aggravante della premeditazione. Secondo il pm, nonostante la malattia, Benno resta invece colpevole e meritevole del massimo della pena. La decisione dell’Appello sarà resa nota tra oggi e domani, 30 e 31 ottobre.
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