È tornato anche sulla questione dell’indipendenza di Taiwan il vicepresidente della Commissione militare centrale (Cmc) della Cina, il generale Zhang Youxia, nel suo discorso allo Xiangshan Forum.
Il generale, che ricopre il ruolo di numero due del massimo organo delle forze armate, con a capo il presidente Xi Jinping, era ospite della nota manifestazione sulla difesa e sulla sicurezza che si tiene a Pechino. Un’occasione per difendere il principio della ‘Unica Cina‘, considerato “universalmente riconosciuto e rispettato”.
Un processo che, inevitabilmente, non può prescindere dalla riunificazione di Taiwan, la cui indipendenza “non sarà mai permessa” dai militari cinesi.
I vertici delle forze armate della Cina sull’indipendenza di Taiwan: “parte inalienabile” della Repubblica popolare
È ormai noto come, negli ultimi due anni, Pechino abbia inasprito la propria pressione politica e militare su Taiwan. La piccola nazione insulare è ritenuta parte “inalienabile” della Repubblica popolare e, pur di riunificare il suo territorio, Pechino sembra disposta a tutto, anche all’uso della forza.
Lo ha ribadito lo stesso Zhang all’appuntamento nella capitale cinese, al quale era presente anche il ministro degli Esteri russo Sergey Shoigu.
Taiwan è al centro degli interessi fondamentali della Cina. Non importa chi tenta di separarla dalla Cina in qualsiasi forma, l’esercito cinese non sarà mai d’accordo e non mostrerà mai clemenza.
Il generale si è poi concentrato sulla situazione globale: oggi, guardando il mondo, “i problemi legati ai punti caldi emergono uno dopo l’altro”.
Il dolore della guerra, del caos, dei disordini e della perdita di vite umane sono costantemente presenti. Alcuni Paesi, per paura che il mondo possa stabilizzarsi, creano deliberatamente disordini, interferiscono nelle questioni regionali, interferiscono negli affari interni di altri Paesi e istigano rivoluzioni colorate.
I Paesi dell’Occidente “creano conflitti artificiali e poi predicano imparzialità”
La stilettata del numero due delle forze armate cinesi è indirizzata ai Paesi dell’Occidente, che per amore “dei loro interessi egoistici piantano chiodi ovunque”. Questi ultimi creano “molti conflitti geopolitici artificiali“, poi “predicano l’imparzialità mentre in realtà favoriscono una parte, rendendo le situazioni regionali complesse e intrattabili”.
Dietro le quinte, distribuiscono coltelli e non pensano a nulla nel provocare le guerre, assicurandosi che siano loro a trarre vantaggio dal caos.
La Cina, ha concluso Zhang, “svilupperà legami militari con gli Stati Uniti sulla base del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti”.