Al fine di proteggere le informazioni dell’azienda si fa sempre più ricorso all’accordo di riservatezza: cos’è e a cosa serve? Anticipiamo che si tratta di un contratto che va a garantire all’azienda la non divulgazione dei dati – ragion per cui si chiama anche accordo di non divulgazione.

In questo modo, una parte assicura all’altra che non divulgherà e non rivelerà a terzi le informazioni riservate e confidenziali. Come abbiamo detto, sono molto utilizzati dalle aziende quando assumono personale oppure avviano rapporti di collaborazione.

Nel testo, andremo a spiegare, molto dettagliatamente, cos’è e a cosa serve l’accordo di riservatezza e non divulgazione e, infine, daremo uno sguardo a quali sono le conseguenze in caso di violazione.

Cos’è e a cosa serve l’accordo di riservatezza

Molto più comunemente rispetto al passato, si accorre sempre di più agli accordi di riservatezza. Di cosa si tratta? Chiamati accordi di riservatezza e non divulgazione, si tratta di contratti che vengono sottoscritti tra privati ed indicano le informazioni confidenziali da mantenere segrete.

In poche parole, si tratta di un accordo in cui le parti decidono di non svelare le informazioni riservate a terze parti. Si tratta, per definizione, di un contratto sinallagmatico, ossia a prestazioni corrispettive, oltre che essere giuridicamente vincolante.

Quel che si deve sapere è che le informazioni che non devono essere divulgate hanno un valore. Divulgarle arrecherebbe un danno al titolare, soprattutto un danno economico. Gli accordi possono essere firmati da due aziende o privati che fanno affari insieme.

L’accordo viene adottato durante la fase delle trattative. In sua assenza, le parti sono soggette a obbligazioni di base, quali la correttezza e la buona fede. Sottoscrivendo il contratto di riservatezza, il soggetto che, eventualmente, viola gli accordi, sarà obbligato a risarcire il danno.

Qual è la sua durata

Uno degli aspetti principali del contratto è la durata dell’obbligo di riservatezza. Al contrario degli accordi di non concorrenza, non hanno una durata massima prevista dalla legge.

Affinché l’accordo sia valido, però, deve essere previsto un limite temporale oppure una condizione di validità legata ad eventi specifici. In linea di massima, l’accordo dura tra i tre e i cinque anni. Se il contratto viene sottoscritto in fase di assunzione del personale, la durata dell’accordo si estende ai successivi due o tre anni a partire dalla cessazione del rapporto di lavoro.

Cosa accade in caso di violazione

Bisogna stare molto attenti a non violare l’accordo di riservatezza. Cosa accade? In caso di violazione è prevista una penale che viene fissata con una somma forfettaria o in una somma determinata sulla base di vari calcoli matematici stabiliti dal contratto.

La penale serve soprattutto ad evitare la determinazione dei danni causati dalla violazione che, inoltre, può anche portare ad una responsabilità disciplinare.

Qual è la differenza tra l’accordo di riservatezza e il patto di non concorrenza

In alcune circostanze, gli accordi di riservatezza e i patti di non concorrenza viaggiano insieme. Naturalmente, presentano alcune differenze. Il patto di non concorrenza garantisce all’azienda che il lavoratore dipendente non svolgerà attività concorrenziale, una volta cessato il rapporto di lavoro.

Per quale motivo i due contratti, spesso, vengono proposti insieme? In primo luogo, il patto di concorrenza garantisce che i dipendenti oppure i collaboratori non andranno a lavorare per la concorrenza. In secondo luogo, il patto di riservatezza garantisce che dipendenti e collaboratori non divulgheranno le informazioni riservate, una volta cambiato lavoro.

Il patto di non concorrenza, a differenza dell’accordo di non divulgazione, ha valore anche se non prevede un’indennità in busta paga oppure altre tipologie di corrispettivi. La loro combinazione, comunque, scongiura il rischio di appropriazione della propria forza lavoro da parte delle aziende concorrenti.

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