In un’analisi dettagliata dei dati relativi al settore dei mutui in Italia, emerge un’interessante tendenza di ripresa nel terzo trimestre dell’anno: secondo l’aggiornamento della Bussola Mutui Crif – MutuiSupermarket.it, la domanda di mutui da parte delle famiglie italiane ha registrato un notevole miglioramento, sebbene il trend negativo di calo si sia protratto nei primi nove mesi dell’anno, a causa dei continui rialzi dei tassi.

Calo dei mutui: “Colpa dei troppi rialzi dei tassi”

A giugno, le surroghe hanno segnato un calo del 17,3%, mentre i nuovi mutui erogati sono diminuiti del 24,9%. Tuttavia, nei primi mesi dell’anno, l’importo medio richiesto è rimasto sostanzialmente stabile, con una variazione minima dell’0,3%, attestandosi a 144.162 euro. Da notare, però, che a settembre si è osservato un aumento dell’1,2%.

Le parole di Simone Capecchi, executive director di Crif, forniscono una chiave di lettura per comprendere questa dinamica:

In questi ultimi mesi, le richieste di finanziamento per le famiglie italiane hanno subito un rallentamento a causa dell’inflazione e del contesto geopolitico. Pertanto, un tema cruciale per le banche, da qui ai prossimi mesi, sarà quello della sostenibilità e della qualità del credito.

Nell’analisi delle fasce di valore richieste, emerge che le famiglie italiane preferiscono importi compresi tra 100 e 150 mila euro, scelti dal 29,6% del totale. Seguono gli importi tra 150 e 300 mila euro, con il 25,9% delle preferenze, mentre importi inferiori a 100 mila euro sono richiesti da circa il 40% dei mutuatari. Solo il 5,1% supera i 300 mila euro.

L’effetto dell’inflazione sui mutui

Un elemento chiave per comprendere il rallentamento nelle erogazioni di mutui è la situazione economica generale. L’aumento dell’inflazione e il costante rialzo dei tassi d’interesse hanno spinto molte famiglie a rinviare l’acquisto di una casa. Allo stesso tempo, le banche, in un contesto di rallentamento economico, sono diventate più selettive nella concessione del credito.

L’analisi delle diverse fasce di età dei richiedenti evidenzia che la maggior parte (60,9%) ha un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, mentre il 33,4% rientra nella fascia di età tra i 45 e i 64 anni. La preferenza per piani di rimborso dilazionati nel tempo, con più del 15 anni, sottolinea la tendenza delle famiglie italiane a optare per soluzioni che non gravino eccessivamente sul bilancio familiare.