Chi si appresta ad affrontare un colloquio di lavoro con il recruiter o con il responsabile del personale è bene che sappia in anticipo quali sono tutte le fasi.

Ottenere un colloquio, il più delle volte, è già una conquista. Sono centinaia le persone che mandano curriculum vitae alle aziende e non sempre si viene ricontattati.

Però, quando arriva la e-mail di risposta o la telefonata bisogna considerarsi fortunati e cercare di mantenere i nervi saldi. Il risultato finale, ovviamente, dipenderà dai una serie di fattori come, per esempio, la presenza di altri canditati più qualificati, con più esperienza alle spalle. Molto dipende anche dal candidato stesso.

Vediamo quali sono le fasi di un colloquio di lavoro per sapere come affrontarlo al meglio.

Quali sono le fasi di un colloquio di lavoro

Soprattutto la prima volta, affrontare un colloquio di lavoro può intimorire i candidati. In realtà, non si tratta di un qualcosa di impossibile e neppure particolarmente difficile. Basta solo dimostrare al recruiter oppure al responsabile del personale di essere tranquilli, a proprio agio e, naturalmente, preparati.

Solitamente, i colloqui di lavoro seguono uno schema piuttosto comune. Possiamo riassumere quattro fasi:

  • La presentazione del candidato;
  • L’esperienza lavorativa del candidato;
  • La presentazione da parte del recruiter dell’offerta di lavoro;
  • Domande e risposte.

Naturalmente, le fasi possono essere in ordine diverso o possono essere differenti in base alle informazioni che interessano all’azienda.

Presentazione del candidato ed esperienza lavorativa

Il più delle volte, il primo approccio è sempre quello più difficile da affrontare. Bisogna sapere che l’azienda sa di trovarsi di fronte una persona che ha bisogno di lavorare e il candidato deve sapere che all’azienda serve un dipendente o un collaboratore che può essere lui.

Nella prima fase del colloquio, la maggior parte delle volte, viene richiesto al candidato di presentarsi, molto sinteticamente. È forse la fase cruciale, in cui il candidato deve essere in grado di esporre sinteticamente quali sono i suoi punti di forza, la sua formazione e le sue passioni, i suoi interessi e le sue aspirazioni, le caratteristiche della sua personalità. In questa fase, si deve colpire il recruiter, facendogli capire che si è la persona giusta a ricoprire quel ruolo.

Dopo la presentazione personale, vengono richieste le esperienze lavorative passate, qualora si abbia un percorso alle spalle. Ovviamente, non si deve esagerare, ma far comprendere bene quali sono le proprie competenze lavorative e quali sono i ruoli che effettivamente sono stati ricoperti.

Non bisogna mai gonfiare il proprio curriculum o, peggio ancora, dichiarare il falso, come, per esempio, indicare titoli di studio o esperienze lavorative mai svolte.

Presentazione dell’offerta e domande e risposte

Successivamente, alla presentazione personale e delle proprie esperienze lavorative, i recruiter entra nel dettaglio della posizione oggetto dell’offerta di lavoro.

Pertanto, il recruiter inizia ad esporre le mansioni da svolgere, le caratteristiche che deve avere il candidato ideale, ciò che l’azienda si attende, se si tratta di un lavoro ibrido, in presenza o da remoto.

In genere, ci si limita ad informazioni molto generali, senza scendere troppo nei dettagli contrattuali, come quelli relativi all’orario di lavoro o allo stipendio. Quando si tratta di una collaborazione può capitare che al candidato venga indicato il compenso.

L’ultima fase del colloquio è decisiva tanto quanto la prima. Dopo che il recruiter ha spiegato cosa cerca l’azienda, il candidato deve spiegare perché lui potrebbe essere la persona giusta per ricoprire quel ruolo.

In che modo? Il candidato dovrebbe saper adattare le proprie caratteristiche e peculiarità indicate in precedenza al ruolo offerto, senza attribuirsi mai qualità che non gli appartengono.

Quali sono le possibili domande? Solitamente, il recruiter può chiedere il perché il candidato punta proprio a quel ruolo, che cosa significa per lui lavorare in quell’azienda, cosa ritiene sia più importante nel lavoro o come riesce ad integrarsi in un ambiente nuovo.

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