Il nipote di Oriana Fallaci non ci sta e manda una lettera di diffida alla Lega. I motivi sono legati ad una manifestazione in programma per sabato 4 novembre 2023 a Milano. Ad organizzarla è stato il leader del Carroccio e attuale ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini. Ma che cosa ha detto esattamente Edoardo Domenico Perazzi, erede unico di una delle più famose giornaliste e autrici italiane? Che cos’è successo? Scopriamolo subito.

Il nipote di Oriana Fallaci ha diffidato la Lega: ecco perché

Nei giorni scorsi Matteo Salvini ha lanciato un evento del suo partito il prossimo sabato a Milano. Il politico ha pubblicizzato la manifestazione “in nome di Oriana Fallaci per difendere l’occidente”. Ha così creato uno stretto collegamento tra l’appuntamento del 4 novembre 2023 nel capoluogo lombardo con i politici, i militanti e i cittadini che simpatizzano per la Lega e la celeberrima ed indimenticabile scrittrice italiana.

Ed è proprio questo stretto collegamento a non essere stato gradito dal nipote di Oriana Fallaci, che ha deciso di diffidare la Lega. Il signor Edoardo Domenico Perazzi, erede universale della giornalista, ha fatto sapere, tramite il suo avvocato, di non essere assolutamente d’accordo con l’idea di Matteo Salvini di tenere la manifestazione “in nome” dell’autrice scomparsa il 15 settembre del 2006.

I legali di Perazzi, il quale è anche il curatore del patrimonio materiale e immateriale di Oriana Fallaci, hanno dunque contattato gli avvocati di Matteo Salvini. L’uomo ha diffidato il leader della Lega e gli organizzatori della manifestazione di sabato 4 novembre a Milano. A renderlo noto sono stati i legali stessi con una nota diffusa dall’agenzia Adnkronos.

Nella comunicazione si legge:

In nome e per conto del Signor Edoardo Domenico Perazzi, si comunica che il nostro Assistito si oppone all’uso del nome e dell’immagine di Oriana Fallaci per la manifestazione politica del 4 novembre p.v. a Milano recentemente pubblicizzata come “In nome di Oriana Fallaci per difendere l’Occidente” e ha diffidato gli organizzatori della stessa manifestazione.

I motivi della diffida

A spiegare le motivazioni dietro questo gesto da parte di Edoardo Domenico Perazzi, erede di Oriana Fallaci, sono stati sempre i legali dell’uomo. Ciò che sembra aver infastidito maggiormente il nipote della celeberrima giornalista italiana è il fatto che la Lega abbia associato a sè la figura della scrittrice.

Il punto principale però è che la scrittrice, nel corso della sua stessa vita, per sua espressa volontà, non si è mai associata direttamente o indirettamente ad un partito politico o ad un suo esponente. E, visto che la donna ha sempre rivendicato la propria libertà di non affiancarsi pubblicamente ad una fazione, è giusto che questo venga fatto anche adesso. La sua volontà deve essere rispettata anche dopo la morte, avvenuta nel 2006 a Firenze.

Come ha fatto sapere il nipote della giornalista tramite i suoi avvocati, Oriana Fallaci ha sempre rivendicato fermamente la propria indipendenza rispetto alla politica. Questo, come lei stessa sosteneva, le ha permesso di svolgere con obiettività e professionalità il suo lavoro da giornalista e autrice.

Dunque, secondo il nipote, non è corretto che nè la Lega nè qualsiasi altro partito politico (di qualsiasi ala) utilizzi il nome o l’immagine della scrittrice. Soprattutto non è corretto farlo per promuovere iniziative o eventi particolari.

Il nipote della donna ha, in questo modo, rivendicato un suo diritto, come riportato negli articoli 6, 8 e 10 del Codice civile. La legge prevede infatti la tutela del nome dell’immagine di un personaggio pubblico defunto da parte degli eredi, nel caso in cui ciò possa alterare la reputazione dello stesso.

Qualora Matteo Salvini e gli organizzatori della manifestazione non dovessero procedere con quanto richiesto dal nipote della giornalista, egli sarà pronto a procedere per vie legali.

Manifestazione Lega 4 novembre a Milano

Matteo Salvini ha fatto sapere, nei giorni scorsi, che l’evento è aperto a tutte le forze culturali, sindacali, diplomatiche e politiche. Il vicepremier ha definito la manifestazione di sabato prossimo un’occasione per rivendicare la cultura occidentale. Questo vuol dire, ad esempio, contrastare gli sbarchi illegali, condannare chi limita la libertà di pensiero e punire chi commette violenze di vario tipo.

L’appuntamento ha già attirato non poche critiche, anche da parte di colleghi di Matteo Salvini ed esponenti di partiti di centrodestra. Dall’altro l’altro invece il segretario del Carroccio e attuale ministro dei Trasporti continua dritto per la sua strada, insieme ai suoi sostenitori.