Questa mattina Papa Francesco, di fronte a cinquemila fedeli, ha celebrato in San Pietro la messa a conclusione della prima sessione del Sinodo dei Vescovi sulla Chiesa sinodale. Per chiudere questo percorso, il Pontefice ha ricordato che “è importante guardare al ‘principio e fondamento’ da cui tutto comincia e ricomincia: amare, amare Dio con tutta la vita e amare il prossimo come sé stessi“. Per fare ciò, Papa Francesco ha indicato due verbi, che sono anche due movimenti del cuore: “adorare” e “servire”. Tale riflessione di ampia portata è stata affiancata da una discorso più puntuale su le atrocità e le sofferenze che imperversano in punti diversi del mondo.
Sinodo, la messa del Papa: “La Chiesa che siamo chiamati a sognare è serva di tutti, serva degli ultimi”
Il Pontefice ha rivolto un pensiero a “quanti sono vittime delle atrocità della guerra; alle sofferenze dei migranti, al dolore nascosto di chi si trova da solo e in condizioni di povertà; a chi è schiacciato dai pesi della vita; a chi non ha più lacrime, a chi non ha voce“, condannando con fermezza chi sfrutta i più deboli, corrodendo così la fraternità e colpendo nel profondo la società. Sempre più, dunque, la Chiesa e i suoi fedeli devono impegnarsi in una lotta contro le idolatrie, sia quelle “mondane, che spesso derivano dalla vanagloria personale“, sia quelle “camuffate di spiritualità“.
Vigiliamo, perché non ci succeda di mettere al centro noi invece che Lui. […] Questa è la Chiesa che siamo chiamati a sognare: una Chiesa serva di tutti, serva degli ultimi. Una Chiesa che non esige mai una pagella di ‘buona condotta’, ma accoglie, serve, ama. Una Chiesa dalle porte aperte che sia ‘porto di misericordia’.
Durante la ‘conversazione dello Spirito‘ avvenuta nell’Assemblea sinodale si è “potuto sperimentare la tenera presenza del Signore e scoprire la bellezza della fraternità“, grazie a un ascolto reciproco e una messa in dialogo e in ascolto dello Spirito Santo. Il percorso aperto dall’Assemblea sarà lungo e articolato, ma “con lungimiranza possiamo guardare all’orizzonte che si apre davanti a noi“:
il Signore ci guiderà e ci aiuterà a essere Chiesa più sinodale e più missionaria, che adora Dio e serve le donne e gli uomini del nostro tempo, uscendo a portare a tutti la consolante gioia del Vangelo.
Documento di Sintesi della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi
In apertura del Documento di Sintesi della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi si legge un immediato riferimento alle “vecchie e nuove guerre, con il dramma assurdo di innumerevoli vittime“, un tema in questo momento tristemente attuale. Per la stesura del documento, che costituirà il punto di partenza per la seconda fase del Sinodo a livello nazionale e continentale, si è pensato al “grido dei poveri, di chi è costretto a migrare, di chi subisce violenza o soffre le devastanti conseguenze dei cambiamenti climatici“:
Abbiamo portato tutti, in ogni momento, nel cuore e nella preghiera, chiedendoci in che modo le nostre Chiese possano favorire cammini di riconciliazione, di speranza, di giustizia e di pace.
L’invito proposto nel Documento è quello di far alleare e collaborare “le povertà materiali e le povertà spirituali“, affinché possano trovare le risposte ai bisogni l’una dell’altra. Inoltre, la possibilità di camminare insieme rende ancora più “concreta la prospettiva della Chiesa sinodale che ci svelerà il senso più pieno della beatitudine evangelica ‘Beati i poveri in spirito‘”.
Emerge, inoltre, un altro tema oltremodo attuale e affrontato dal Pontefice nell’esortazione apostolica Laudate Deum. Si tratta dell’emergenza climatica, relativamente al quale si legge:
Stare al fianco dei poveri significa impegnarsi con loro anche nella cura della nostra casa comune: il grido della terra e il grido dei poveri sono lo stesso grido. La mancanza di reazioni rende la crisi ecologica e in particolare i cambiamenti climatici una minaccia per la sopravvivenza dell’umanità. […] Le Chiese dei Paesi più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici hanno viva coscienza dell’urgenza di un cambiamento di rotta e questo rappresenta un loro contributo al cammino delle altre Chiese del pianeta.