Mancano poche ore al match dell’Allianz e ogni volta che il calendario mette di fronte la Juventus e il Verona vien voglia sempre di dare una sbirciatina alla storia a quello che ha significato questa sfida per il calcio italiano: perché Juventus e Verona giocarono contro in Coppa Campioni?
Visitando a ritroso il cammino delle due squadre sia in campionato che nelle altre competizioni esce fuori che Juventus-Verona si è giocata anche in coppa Campioni e più precisamente per gli ottavi di finale del torneo più ambito per club nella stagione calcistica 1985/1986.
Conoscere la storia di una grande squadra è molto più facile che sapere qualcosa in più in merito a quella di squadre medio piccole.
E’ chiaro che quelli più adulti e che negli anni 80 erano solo dei bambini appassionati di calcio o degli adolescenti ricorderanno bene cosa è accaduto a livello sportivo nei primi anni 80, i ragazzi di oggi invece no a limite sapranno qualcosa solo perché si sono documentati.
Per la generazione Z e per i bambini che da poco si stanno avvicinando al calcio è difficile comprendere come il calcio di trent’anni fa era tutta un’altra cosa rispetto a quello di oggi. Le regole sono cambiate ma soprattutto i format dei tornei.
Per esempio alla Coppa Campioni partecipavano soltanto le squadre che vincevano i loro campionati, mentre le seconde, le terze e le quarte giocavano la Coppa Uefa e non esistevano gironi e preliminari.
E allora com’è stato possibile che l’Italia abbia assistito ad un derby italiano internazionale tra Juventus e Verona agli ottavi della Coppa Campioni 1985/1986?
Perché Juventus e Verona giocarono contro in Coppa Campioni?
La vecchia Coppa Campioni era così strutturata: sedicesimi di finale, ottavi di finale, quarti di finale, semifinale, Finalissima.
Non esistevano dunque come già anticipato né turni preliminari tanto meno i gironi nè la possibilità che ogni federazione calcistica anche quella con il ranking più alto potesse fornire al torneo due o più squadre.
La risposta al perché Juventus-Verona giocarono contro in Coppa Campioni è data dal fatto che la Juventus partecipò all’edizione di quel torneo continentale da detentrice del trofeo (regolamento prevedeva che chi vinceva la Coppa si guadagnava il diritto di rigiocare l’edizione seguente) e il Verona da campione d’Italia.
Coppa Campioni 1985/1986: agli ottavi l’euroderby Juventus-Verona
Gli ottavi di quella Coppa Campioni 1985/1986 fu ribattezzata al tempo come una sfida tra Davide e Golia, e nelle due settimane che si giocarono i due match ci furono contestazioni a non finire soprattutto dopo la partita di ritorno.
L’andata si giocò il 23 ottobre 1995 al Bentegodi e una Juventus sorniona ed esperta uscì indenne dai tentativi del Verona di scardinare la difesa bianconera. La gara terminò 0-0 e rimandò a due settimane dopo il verdetto sulla qualificazione.
Il ritorno si disputò il 6 novembre del 1985 in uno stadio Comunale deserto privo di spettatori perché colpito dalla squalifica che la Uefa aveva comminato alla Juventus in seguito agli incidenti che avvennero a Bruxelles nella notte dell’Heysel che sanciva le porte chiuse.
La gara la vinse la Juventus 2-0 grazie ai gol di Platini e Serena (per l’ennesima volta il Verona non vinse a Torino) ma fu caratterizzata nel finale sia negli spogliatoi che nei giorni a seguire da polemiche per un rigore dato alla Juve e uno dato al Verona e per vari episodi dubbi che secondo la stampa antijuventina avevano danneggiato il Verona e avvantaggiato i bianconeri.
La Uefa, intervenne con una punizione esemplare per l’arbitro: fu sospeso e non diresse più una gara di Coppa per tutto l’anno perché reo di aver avuto delle sviste inaccettabili.
Alla fine ci pensò come sempre l’avvocato Giovanni Agnelli a spegnere le polemiche con l’eleganze che glie era tipica:
Lamentarsi degli arbitri è da provinciali