Split payment 2024: il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato all’interno del proprio sito web ufficiale gli elenchi aggiornati al 20 ottobre 2023 per quanto riguarda le società, gli enti e le fondazioni ai quali può essere applicata la scissione dei pagamenti relativa ai rapporti con le pubbliche amministrazioni.

Nello specifico, le società hanno la possibilità di inserire i propri dati all’interno del servizio online che viene messo a disposizione da parte del MEF, al fine di effettuare la ricerca in merito alla propria presenza o meno all’interno degli elenchi aggiornati pubblicati dal Ministero, per sapere se gli si applicherà il c.d. split payment per l’anno 2024, in base alle disposizioni legislative che sono contenute all’interno dell’art. 17 ter, comma 1 bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 26 ottobre 1972 (c.d. decreto IVA).

Senza perderci troppo in chiacchiere, quindi, andiamo subito a vedere insieme tutto ciò che riguarda lo split payment relativo all’anno 2024 ed, in particolare, tutte le informazioni che riguardano gli elenchi aggiornati delle società, degli enti e delle fondazioni ai quali può essere applicata la scissione dei pagamenti.

Split payment 2024: tutte le informazioni e le regole relative alla pubblicazione degli elenchi da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze

In base alle disposizioni legislative che sono contenute all’interno dell’art. 17 ter, comma 1 bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 26 ottobre 1972, così come modificato dall’art. 3 del decreto legge n. 148 del 16 ottobre 2017, il quale è stato successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 172 del 4 dicembre 2017, il Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblica gli elenchi dei soggetti che sono tenuti all’applicazione dello split payment 2024.

In particolare, all’interno di un’apposita sezione del sito web ufficiale del MEF, quest’ultimo pubblica gli elenchi relativi agli anni 2018, 2019, 2020, 2021, 2022, 2023 e 2024, delle società, enti e fondazioni ai quali può essere applicato il meccanismo della scissione dei pagamenti, seguendo le disposizioni legislative che sono contenute all’interno del decreto ministeriale del 9 gennaio 2018, il quale è stato successivamente pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 14 del 18 gennaio 2018.

All’interno di questi elenchi il Ministero dell’Economia e delle Finanze non include le amministrazioni pubbliche disciplinate dall’art. 1, comma 2, della legge n. 196 del 31 dicembre 2009, le quali sono tenute anch’esse all’applicazione dello split payment, essendo comunque incluse all’interno del c.d. elenco IPA (Indice delle Pubbliche Amministrazioni).

A tal proposito, durante il corso del prossimo paragrafo andremo a vedere quali sono le società che sono interessate dalla pubblicazione degli elenchi aggiornati relativi alla scissione dei pagamenti per l’anno 2024.

Ecco gli elenchi aggiornati al 20 ottobre 2023 relativi alle società, gli enti e le fondazioni ai quali può essere applicato il meccanismo della scissione dei pagamenti

Gli elenchi aggiornati al 20 ottobre 2023 sono disponibili all’interno del sito web ufficiale del MEF e la propria presenza all’interno dei medesimi può essere verificata inserendo i propri dati all’interno dell’apposita sezione online.

Nello specifico, ecco qui di seguito i soggetti che sono coinvolti ai quali può essere applicato lo split payment 2024:

  • le società controllate di fatto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri;
  • gli enti e le società controllate dalle amministrazioni centrali;
  • gli enti e le società controllate dalle amministrazioni locali;
  • gli enti e le società controllate dal’INPS e dall’INAIL;
  • gli enti, le fondazioni e le società partecipate dalle amministrazioni pubbliche per una percentuale almeno pari al 70%;
  • le società quotate che sono inserite all’interno dell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana.

In caso di eventuali mancanze o errori, i soggetti interessati possono inviare le proprie segnalazioni al MEF utilizzando un apposito modulo di richiesta presente sul sito.

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