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Nizza, un “affaire italienne” nel segno di Kant: chi è Francesco Fa…

A Nizza la mentalità all’italiana sta piacendo ai nizzardi, specie in campo calcistico dove Francesco Farioli sta diventando il portatore di un sogno chiamato scudetto. Un pensiero stupendo affrontato con la lucidità della filosofia, quella che al tecnico toscano piace. Perchè Farioli unisce entrambi i concetti per offrire una nuova idea di calcio, fatta di sorprese e novità.

I risultati parlano per lui: ventidue punti in dieci partite, sei vittorie e quattro pareggi. Tradotto, imbattibilità. E a soli 34 anni, non male per niente. Nel segno di De Zerbi, che Farioli adora alla follia. Lo ha vissuto da vicino al Benevento e al Sassuolo, ne ha carpito i segreti e li ha adattati alla sua idea di calcio, che dalla Turchia alla Francia ha lasciato, e sta lasciando, un segno netto.

Nizza, chi è Francesco Farioli, l’allenatore-filosofo

Per Francesco Farioli il Nizza è quella tappa che ha dimostrato in maniera oggettiva come le idee del mister originario di Barga funzionino eccome. Un 4-3-3 dove le parole velocità e spettacolo sono necessarie. Perchè filosoficamente parlando Kant diceva che l’estetica è unione tra bellezza e riflessione. Un concetto che rappresenta appieno la passione filosofica di Farioli, proprio quella materia che gli ha permesso di mettere le mani su una laurea cercata e voluta. La tesi? Ovviamente sul calcio, cosa può esserci di più filosofico di questo?

La stessa che vede la sua nascita in Turchia. Le esperienze con De Zerbi al Benevento e al Sassuolo sono servite a Francesco, che però non mette da parte la sua ambizione. Vuole allenare, sa di potercela fare. L’inizio è all’Alyanaspor, come secondo di Cagdas Atan, ma tempo un paio di mesi che arriva la grande occasione a soli 31 anni con il Fatih Karagumruk, per poi tornare nuovamente all’Alyanaspor per chiudere la stagione in quinta posizione e il record di punti in tasca.

Quanto basta per attirare su di se l’attenzione del Nizza, firmando con il club un contratto biennale. Ci hanno visto giusto i dirigenti. Volevano bellezza e spettacolo, le hanno ottenute in un colpo solo. Perchè il primo posto in classifica a 22 punti è un dato di fatto, così come le vittorie per 3-2 contro il Psg (oggi terzo) e 1-0 contro il Monaco (secondo), che dimostra come la forza delle idee vada oltre i soldi.

Ma da buon filosofo qual’è Farioli non si fa dominare dai troppi elogi. Ha le spalle larghe il giovane mister, ed evita a piè pari qualsiasi trappola elogiativa. Sarebbe un autogol clamoroso. E a lui piace giocare in attacco. Scansando anche i paragoni scomodi, visto che c’è chi parla di una certa somiglianza con il calcio di Luciano Spalletti: “Hegel insegna che bisogna partire da una tesi, che gli giri intorno un’antitesi e quel che viene fuori è una sintesi arricchita. I maestri ispirano, ma poi devi metterci del tuo”. D’altronde è pur sempre un filosofo alla fine.

Un futuro ancora tutto da scrivere

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