Cos’è il metodo del 3-2-1 e come questa tecnica ci aiuta ad abituarci al cambio d’orario? Tra poco si passerà dall’ora legale a quella solare e il nostro organismo dovrà adattarsi a questo cambiamento. Molte persone non riescono subito ad abituarsi al passaggio che seppur di un’ora sola può indurre malesseri e problemi alle regolari attività quotidiane.
Mettere indietro le lancette di un’ora può infatti provocare disturbi al riposo in quelle persone che hanno l’abitudine di andare a dormire molto tardi o in quelle che invece si svegliano molto presto.
Il cambiamento scombussola il loro bioritmo e ciò lascia un malessere diffuso per non aver riposato al meglio. La spossatezza può perdurare anche nei giorni successivi proprio perché in queste persone è più difficoltoso il processo di adattamento.
Esiste però un metodo che permette di abituarsi più velocemente al cambio dell’ora. Si chiama metodo del 3-2-1. Ecco come funziona.
Cos’è il metodo del 3-2-1: a cosa serve
Il metodo del 3-2-1 è stato ideato negli Stati Uniti da parte del professor M. Safwan Badr, direttore del dipartimento di Medicina interna della Wayne State University School of Medicin di Detroit.
La tecnica mira ad alleviare gli effetti collaterali legati al passaggio dall’ora legale a quella solare agendo su alcuni comportamenti prima del riposo.
L’obiettivo è infatti preparare l’organismo al cambio dell’ora tramite alcune azioni che possano favorire la produzione di melatonina. È proprio quest’ormone infatti a regolare il necessario equilibrio di sonno e stimolando la sua secrezione si aiuta a riposare in modo regolare.
Il metodo 3-2-1 è quindi un insieme di azioni da mettere in pratica per stabilire la fine della giornata e l’inizio del periodo di riposo notturno.
I passi del metodo
Il nome del metodo riprendono esattamente gli intervalli di tempo entro cui cessare alcune attività per favorire la preparazione al sonno. Si tratta di un insieme di regole che non dipendono esclusivamente dal cambiamento di orario e che infatti possono essere adottate ogni giorno.
Lo scopo è infatti quello di favorire non solo l’addormentamento ma anche il perdurare di una fase di riposo efficace durante il sonno.
Il primo passo del metodo è interrompere qualunque consumo di cibo o bevande tre ore prima del momento in cui ci si vuole coricare. In questo modo all’orario previsto per l’inizio del riposo l’organismo non sarà interferito da alcuna attività digestiva.
Due ore prima del riposo invece è lo step che indica la cessazione di ogni attività lavorativa, sia fisica che mentale. In questo modo sia il corpo che il cervello si prepareranno al riposo.
L’ultimo passo invece riguarda l’utilizzo di dispositivi informatici luminosi, quali pc, tablet e smartphone. Bisogna infatti smettere di usarli un’ora prima dell’orario in cui si vuole dormire. L’utilizzo intensivo di schermi retroilluminati può infatti modificare sensibilmente la percezione del nostro organismo rispetto al reale orario notturno. La luce non permette la produzione idonea di melatonina.
Queste tre semplici regole agiscono sull’equilibrio del nostro sistema nervoso e preparano l’organismo ad un perfetto riposo. Gli esperti aggiungono che nelle ore prima del sonno, oltre alla cessazione dell’uso di tv, smartphone o pc, si dovrebbero ridurre ogni fonte di stress acustico. Sarebbe infatti buona abitudine parlare a bassa voce ed evitare discussioni o litigi.
Altri consigli per adattarsi al cambio dell’ora
Chi soffre di insonnia potrebbe incorrere in malesseri accentuati a causa del cambio dell’ora. La luce naturale più accentuata ad un orario strano per il nostro organismo potrebbe infatti far capire erroneamente che non sia ancora il momento di andare a dormire.
Per favorire la produzione di melatonina gli esperti consigliano di indossare occhiali da sole per far percepire meno la luce naturale.
L’alternare di ora legale e ora solare può generare cattive abitudini e provocare anche malesseri cronici. Un cattivo riposo e una durata inferiore alle 7 ore possono causare disturbi cardiovascolari, anomalie pressorie, problemi di ipercolesterolemia o di diabete.