La manovra del governo Meloni riceve la secca bocciatura da parte del segretario generale della Cgil Maurizio Landini, che la considera “sbagliata” annuncia nuove manifestazioni di piazza per esporre le proposte alternative del sindacato.

Manovra, Landini contro il governo: “Prende soldi sempre da lavoratori e pensionati”

Nonostante partecipi alla manifestazione per la pace organizzata a Roma contro la guerra in Medio Oriente, è un Maurizio Landini pronto a dar battaglia quello che viene raggiunto dai cronisti. Il motivo della risolutezza del segretario generale della Cgil è la legge di bilancio del governo guidato da Giorgia Meloni.

Non che ci sia bisogno di precisarlo, in questi tempi in cui la manovra è motivo di divisione e scontro anche tra le file della stessa maggioranza, con l’insofferenza della Lega per gli interventi sulle pensioni.

Il giudizio del leader sindacalista è senza alcun appello e a 360 gradi, dai tagli alla sanità pubblica alla precarietà, dalle pensioni (anche lui) al lassismo sull’evasione fiscale. Insomma, della manovra a Landini non piace davvero nulla.

È una manovra sbagliata che va cambiata. Anziché cambiare la legge Fornero sulle pensioni, la peggiora. Perché l’evasione fiscale non la combattono, continuano a tagliare la sanità, i salari non vengono aumentati, la precarietà a cui sono costretti tanti giovani, donne e persone viene alimentata”.

Landini annuncia: “Scenderemo in piazza con le nostre proposte alternative”

A infastidire il leader Cgil è il disegno complessivo del testo, che presuppone un’idea di paese nel quale a pagare, dice, sono sempre gli stessi, senza dare una svolta in nessun senso in favore del lavoro dipendente o delle classi sociali più disagiate.

“Continuano a prendere i soldi sempre dagli stessi, dai lavoratori dipendenti e dai pensionati. Una manovra di questo genere non dà futuro al nostro Paese, non ha coraggio e non dà quel cambiamento che è necessario”.

Una visione del futuro dell’Italia contro la quale Landini annuncia di voler contrapporre idee alternative, attraverso una nuova stagione di mobilitazione.

“Noi scenderemo in piazza non solo per protestare ma perché abbiamo proposte alternative”.

L’inizio di queste nuove proteste è già stato sancito da Cgil e Uil, con scioperi di 8 ore già annunciati e nuove manifestazioni, sia territoriali che nazionali, che prenderanno il via a partire dal 17 novembre.

Il tempo della pace, almeno sul piano della politica nazionale, sembra essere davvero finito.