La sanatoria per gli scontrini e le fatture del 2023 permette di regolarizzare le violazioni fiscali delle partite IVA fino al 31 ottobre 2023. Con l’ufficialità del Decreto energia è stata resa operativa la norma sulla regolarizzazione delle mancate certificazioni dei corrispettivi da parte delle partite IVA.
Secondo quanto previsto nel Dl 131/2023, i contribuenti che hanno commesso violazioni nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 30 giugno 2023 possono richiedere il ravvedimento operoso. Questa procedura permette di regolarizzare le violazioni fiscali e di beneficiare di sanzioni ridotte, anche se tali violazioni sono state già constatate attraverso un processo verbale.
Sanatoria scontrini e fatture 2023
Conformemente alle spiegazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, nel Dl 131/2023 sono contenute tutte le norme che disciplinano la “Violazione degli obblighi relativi alla documentazione, registrazione e individuazione delle operazioni soggette all’imposta sul valore aggiunto”.
In particolare, il riferimento cade sull’articolo 6, commi 2-bis e 3, del Dlgs n. 471/1997, che recita:
“Il cedente o prestatore che viola obblighi inerenti alla documentazione e alla registrazione di operazioni non imponibili, esenti, non soggette a imposta sul valore aggiunto o soggette all’inversione contabile di cui agli articoli 17 e 74, commi settimo e ottavo, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, è punito con sanzione amministrativa compresa tra il cinque ed il dieci per cento dei corrispettivi non documentati o non registrati. Tuttavia, quando la violazione non rileva neppure ai fini della determinazione del reddito si applica la sanzione amministrativa da euro 250 a euro 2.000”.
Attraverso le disposizioni di legge contenute nel Dl 131, è possibile regolarizzare una o più mancate certificazioni tramite il ravvedimento operoso. Di conseguenza, il contribuente può mettersi in regola pagando sanzioni ridotte, un’opportunità che si applica anche nei casi di violazioni già constatate dall’ente fiscale.
Come regolarizzare corrispettivi non inviati?
È importante sottolineare che il contribuente che intende mettersi in regola deve attuare il ravvedimento operoso da perfezionare entro la data del 15 dicembre 2023. Le violazioni sanate tramite il ravvedimento operoso non influenzeranno il calcolo delle sanzioni accessorie.
Quanti anni bisogna tenere gli scontrini?
La legge prevede la conservazione degli scontrini e delle ricevute fiscali per almeno 10 anni. In presenza di in caso di ispezioni o controlli, l’azienda è tenuta a esibire i giustificativi cartacei originali.
Come ravvedere invio tardivo corrispettivi?
Per rimediare a fatture elettroniche o corrispettivi telematici inviati in ritardo, i contribuenti possono accedere al proprio cassetto fiscale online fornito dall’Agenzia delle Entrate e richiedere il ravvedimento operoso. In questo modo, è possibile ottenere una riduzione delle sanzioni applicate per le violazioni fiscali.
Sanatoria scontrini fatture 2023: quali violazioni possono essere regolarizzate?
La normativa vigente prevede la possibilità di richiedere il ravvedimento operoso per le violazioni già constatate fino alla data del 31 ottobre 2023, a condizione che la procedura di ravvedimento sia completata entro il 15 dicembre 2023. Inoltre, le violazioni per le quali sono state già irrogate sanzioni prima del ravvedimento non rientrano in questa procedura. Infine, si evidenzia che le violazioni regolarizzate in tal modo non saranno conteggiate per l’applicazione della sanzione accessoria di sospensione dell’attività.
Come regolarizzare le violazioni formali?
Il contribuente che intende sanare le violazioni formali deve versare 200 euro per ciascun periodo d’imposta per cui si richiedere la regolarizzazione.
Il pagamento può essere eseguito in un’unica soluzione entro il 31 ottobre 2023 o in 2 rate di pari importo, con scadenza, al 31 ottobre 2023 e al 31 marzo 2024.
Nel modello F24, è necessario riportare il codice tributo e il periodo d’imposta relativo alla violazione.
Se la violazione non è legata a un periodo d’imposta, è necessario fare riferimento all’anno solare di emissione delle stesse.
Se il periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, il pagamento copre le violazioni relative al periodo che ha termina nell’anno solare indicato nell’F24. Infine, nell’ipotesi in cui, vengono chiuse più pendenze relative a periodi d’imposta in date diverse, il pagamento di 200 euro va effettuato per ciascuna di esse.
Per completare la procedura, è fondamentale rimuovere le irregolarità, infrazioni od omissioni entro la scadenza del versamento della seconda rata, cioè entro il 31 marzo 2024.