Venerdì scorso, battendo il detentore Dragan Lepei, Adriano Sperandio ha vinto il titolo italiano dei Pesi Mediomassimi: ecco la nostra intervista al nuovo campione

Adriano Sperandio, nuovo campione mediomassimi: “E’ stata una prima volta: un titolo davanti al mio pubblico non lo avevo combattuto”

Venerdì scorso 20 ottobre, al PalaSport di Guidonia Montecelio, si è disputato il match valido per il titolo italiano dei Pesi Mediomassimi, tra Adriano Sperandio e Dragan Lepei. Da un lato quest’ultimo, il detentore della cintura, di origine rumena ma da anni a Firenze, forte delle sue 22 vittorie, 6 sconfitte e 2 pareggi, pronto a difendere il titolo appena conquistato dall’attacco dello sfidante romano Adriano Sperandio, il quele, essendo di Mentana, verrebbe da dire che combatteva in casa. A vincere -con verdetto unanime ai punti (98-92; 97-96; 97-94) – è stato proprio quest’ultimo e così, a ridosso della vittoria del titolo, lo abbiamo raggiunto per la nostra intervista.

Partiamo dall vittoria del titolo di ieri: dove pensi di aver vinto la sfida?

Credo di aver vinto la sfida sul piano psicologico. Ovviamente la preparazione, l’aspetto atletico e la volontà non devono mancare ma venerdì sera il mio esserci ed essere disposto allo scambio, cosa che secondo me non si aspettavano, ha demoralizzato il mio avversario che ha gettato emotivamente la spungna e si è arreso alla sconfitta.

Come ti sei preparato psicologicamente e mentalmente alla sfida al titolo?

Psicologicamente e mentalmente posso dire che è stata una prima volta, perché un titolo davanti al mio pubblico non lo avevo ancora combattuto, di conseguenza non mi sono preparato ma ho affrontato il tutto sul momento.

Roma VS Firenze, il tuo stile contro quello di Lepei, detentore contro sfidante, tuo padre come allenatore: sembrava una guerra dei mondi, completamenti opposti: qualcosa di questo tuo mondo ti ha favorito nella vittoria?

Fondamentalmemte è stato uno scontro tra due realtà ben distinte dal punto di vista pugilistica. La vittoria, come spesso accade arriva, semplicemente dal mix di più aspetti e quello di venerdì non è da meno. È solo andato bene tutto quello che doveva andar bene

Adriano Sperandio, campione italiano mediomassimi: “Credo che la boxe sia in obbligo nel trasmettere fair play”

E’ stato bello vedere te e Lepei a fine match condividere insieme il post gara davanti alle telecamere: pensi che la boxe possa continuare a mandare dei messaggi di fair play?

Personalmente credo che la boxe sia in obbligo nel trasmettere fair play proprio perché molto spesso giudicata in malo modo solo perché essere uno sport di contatto. Ed è proprio uno sport di contatto che ad un occhio poco attento o ignorante diventa automaticamente uno sport violento.
Da qui, quello successo tra me e Lepei nel post match e che fondamentalmente succede il 90% delle volte deve continuare ad esistere per insegnare al grande pubblico cosa realmente è la boxe.

Tornando al mondo del pugilato, cosa ne pensi dalla sua possibile assenza alle Olimpiadi di LA 2028?

Si era preannunciata la possibile assenza della boxe già nel 2024, cosa poi smentita/cambiata. Mi auguro con tutto il cuore che LA 2028 sia l’ennesima notizia senza fondanenta o per lo meno prematura Il pugilato oltre che il mio sport resta una di quelle discipline olimpiche capostipite delle olimpiadi stesse, eliminarla sarebbe come illuminare un cerchio dei 5 che simboleggiano le olimpiadi

Confermi quanto sentito anche in diretta tv, ovvero della decisione di lasciare la boxe dopo un altro incontro a seguito della conquista della cintura? E se si, hai già in mente l’avversario?

Abbandonare la boxe è sempre stato il problema di qualunque pugile, anche dei più grandi che molto spesso sono incappari in un periodo negativo e di sconfitte proprio perché non capaci di dire basta. Ho sempre creduto di poter essere più obbiettivo e intelligente da poter dire stop al momento giusto ma ora mi rendo conto che non si tratta d’intelligenza bensì di cuore. Combatterò finché il fisico me lo consentirà e il cuore abbia ancora voglia di battere per la boxe