Nella tarda mattinata di oggi 27 ottobre c’è stata una grossa esplosione alle Acciaierie Venete, a Padova. Tre operai sono rimasti feriti a causa dell’incendio seguito all’esplosione ed uno di essi si trova in ospedale in gravi condizioni. Le cause dell’esplosione sono ancora da accertare, ma sembra che abbia coinvolto uno dei forni della fabbrica. Vigili del Fuoco e Polizia sono giunti sul posto assieme agli operatori del 118.
L’incendio di oggi 27 ottobre alle Acciaierie Venete: cosa sappiamo finora
Secondo le prime informazioni disponibili, l’esplosione è avvenuta intorno alle 13 all’interno delle Acciaierie Venete, nella zona industriale di Padova: ciò avrebbe provocato un vasto incendio, che ha causato il ferimento dei tre operai che si trovavano lì al momento dell’esplosione. Uno di loro è in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita.
Ad esplodere, secondo le prime informazioni disponibili, sarebbe stata una parte del forno adibita alla raccolta di scorie, a causa di un getto d’acqua che l’ha colpita. Sul posto, oltre a Vigili del Fuoco e Polizia che hanno sequestrato e transennato l’area per evitare che altre persone si facessero male, sono giunti anche gli operatori del Suem 118 con due ambulanze con l’auto medica: hanno soccorso un operaio bosniaco di 49 anni, un moldavo di 39 ed un italiano di 50.
Una volta terminata la bonifica dell’area sarà possibile per gli inquirenti effettuare le analisi del caso, anche per appurare eventuali responsabilità.
I precedenti incidenti alle Acciaierie Venete e le reazioni dei sindacati locali: “Ormai andare al lavoro è come andare in guerra”
Sia nel 2001 che nel 2018 le Acciaierie Venete furono coinvolte in altri due incendi. Il più grave è quello di 5 anni fa: rimasero coinvolti due operai, un rumeno di 44 anni morto dopo sette mesi dall’incidente in ospedale a causa delle ustioni sul corpo ed un moldavo di 39 anni, deceduto all’istante. Causa dei decessi fu una vampata di calore: i due operai lavoravano in quel momento vicino al recipiente che trasporta il metallo fuso da una forma all’altra.
Riguardo l’incidente di oggi, invece, così si è espresso Roberto Toigo, segretario Uil del Veneto:
Ormai andare al lavoro è come andare in guerra: come è possibile? Mi sto chiedendo se manca qualcosa nei percorsi di formazione che vengono fatti per legge, mi sto chiedendo se le aziende adottino davvero con rigore tutte le norme di sicurezza. Non può accadere e non lo accettiamo come sindacato che un lavoratore o una lavoratrice, dopo aver svolto il proprio dovere, non possa tornare a casa: in Veneto, da inizio anno, lo ricordo, abbiamo registrato più di 60 decessi nell’ambito del lavoro. Una strage che come Uil stiamo contrastando anche grazie ad una campagna di sensibilizzazione che si chiama ‘Zero morti sul lavoro’.