Le indagini legate ad uno o più autori dell’attentato a Bruxelles dello scorso 16 ottobre non si fermano, fatto che causò la morte di due cittadini svedesi. In Spagna le Forze dell’Ordine hanno fermato un uomo a Benahavis, nella provincia di Malaga. L’uomo, secondo il comunicato della polizia spagnolo, era oggetto di mandato d’arresto emesso dal Belgio ed è ora in stato di fermo per possibile coinvolgimento nell’attentato di Bruxelles. Non sono però state fornite indicazioni riguardo ad identità e nazionalità.
Attentato a Bruxelles: gli arresti a Parigi
A Parigi sono stati incriminati due uomini per associazione terroristica e complicità: si trovano ora in custodia cautelare e secondo le autorità francesi sono probabilmente legati ai fatti di Bruxelles. In questo caso il dossier specifica alcune informazioni sugli uomini: l’età è compresa tra i 40 e i 50 anni e sono entrambi di nazionalità tunisina. Il più giovane risiede in territorio francese da oltre 20 anni e ha contestato le accuse. Conferma di aver avuto rapporti con l’attentatore da diverso tempo ma che in precedenza non aveva mai notato segnali di radicalizzazione. Queste le dichiarazioni di Souleymen Rakrouki, l’avvocato dell’uomo più giovane, che ribadisce la totale estraneità dell’assistito ai fatti di Bruxelles.
Bruxelles: il responsabile dell’attentato è rimasto ucciso nella sparatoria
I fatti di Bruxelles risalgono ormai al 16 ottobre scorso ed il responsabile materiale è stato individuato in Abdesalem Lassoued, rimasto ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia belga il giorno seguente. In quei minuti si stava disputato il match tra Belgio e Svezia e le uniche due vittime sono stati purtroppo due tifosi svedesi, raggiunti da diversi colpi di kalashnikov. La partita in questione è poi stata annullata sull’1-1.
In un primo frangente è stata sospesa: si erano già giocati i primi 45 minuti e si è deciso di allungare l’intervallo nel match, in un secondo momento si è poi optato per l’annullamento totale. In quel frangente gli spettatori presenti sono rimasti sugli spalti in attesa di capire la gravità della situazione anche al di fuori dell’impianto sportivo, ripresi visibilmente turbati dalle telecamere.