La terapia del dolore, applicata nell’ambito di alcune malattie croniche o in fase acuta può rappresentare una valida alternativa di trattamento per i sintomi di molte patologie, sia con somministrazione di rimedi farmacologici che non, in base all’intensità dello stimolo da alleviare. Alcune categorie di pazienti ne hanno diritto in base alla legge e possono richiedere la prescrizione medica senza costi aggiuntivi. Vediamo come funziona e quali sono le tutele garantite dal servizio sanitario nazionale.

Terapia del dolore,  come funziona

la terapia del dolore rappresenta una nuova frontiera nel miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti che vivono costantemente con sintomi di malattie croniche o fasi acute di patologie che comportano stimoli dolorosi più o meno intensi e permangono per lunghi periodi essendo refrattari ai medicinali di uso comune.

Il trattamento può, a seconda delle condizioni, essere di tipo farmacologico o effettuato con altri rimedi sia a domicilio che in ospedale o in altre strutture sanitarie. L’assistenza nazionale ha riconosciuto per determinate categorie di soggetti il diritto all’accesso a questo tipo di terapia, che potrà essere prescritta dai medici di base o specialisti, e ottenuta gratuitamente grazie a particolari tutele previste dalla legge.

Chi ha diritto a ricevere le cure palliative in Italia

In Italia è stata istituita una legge apposita, del 15 marzo 2010, per garantire il diritto di alcuni pazienti all’accesso alla terapia del dolore o alle cure palliative. In questa norma si stabilisce il principio di tutela non solo per i soggetti che soffrono di malattie in fase terminale o oncologiche, ma anche a coloro che hanno una patologia che provoca dolore cronico. Per migliorare le condizioni di vita dei cittadini che presentano questi problemi, le cure saranno offerte gratuitamente, e differenziate in vari ambiti.

Non solo quello farmacologico o terapeutico per alleviare gli stimoli dolori quindi, ma anche di tipo assistenziale infermeristico e riabilitativo. Le procedure per l’accesso sono regolamentate in base alle specifiche regionali, pertanto il consiglio è quello di rivolgersi alle Asl di riferimento o al proprio medico di famiglia.

Quali sono le malattie che provocano dolore cronico

Il dolore cronico è una condizione particolarmente invalidante. Purtroppo però spesso viene sottovalutato dai medici. Per questo motivo, una volta riconosciuta la causa dello stimolo doloroso che permane per mesi e non risponde ai normali trattamenti con farmaci  antidolorifici da banco, è importante rivolgersi al medico per verificare se si può ottenere l’accesso alla terapia.

Oltre ai pazienti oncologici e a quelli in fase evolutiva di malattie rare o patologie non curabili, esistono altre topologie di cronicizzazione del dolore. In particolare per i problemi di orgine neurologica, come ad esempio quelli dell’apparato muscolo-scheletrico o reumatici. Ma anche disturbi al midollo spinale, lesioni dei nervi o infiammazioni localizzate.

Farmaci per la terapia del dolore

Per la terapia del dolore cronico esistono diverse classi di farmaci. A partire da quelli di prima scelta, come il paracetamolo o gli antinfiammatori non steroidei, fino ad arrivare agli oppioidi più efficaci nel trattamento delle fasi acute. Ci sono poi alcune categorie che agiscono più a livello locale come ad esempio la lidocaina, ma per certe condizioni può risultare funzionale anche l’uso di derivati della cannabis o di antidepressivi spesso in combinazione con analgesici.

Trattamento del dolore non farmacologico, quali rimedi

Alcuni stimoli dolorosi cronici, specialmente quelli derivati da problemi ai nervi o a condizioni muscolo scheletriche possono essere curati con terapie diverse da quelle farmacologiche. In particolare per alleviare gli stimoli neurologici. Possono essere impiegate nei pazienti con malattie riconosciute e prevedere un ciclo di sedute più o meno breve.

Si tratta soprattutto di interventi manuali come chiropratica, fisioterapia, radiofrequenza, massaggi, elettrostimolazione, fino ad arrivare anche a pratiche alternative ma che possono essere ugualmente efficaci come ad esempio l’agopuntura e l’ozonoterapia.