Durante il periodo Covid milioni di persone furono costrette a rimanere in casa per il lockdown. La misura dell’allora presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, impediva anche di svolgere qualsiasi attività motoria all’aperto. Mentre in altre parti del Paese si poteva correre e fare sport nelle zone limitrofe alla propria abitazione, i siciliani non avevano questa libertà. La misura venne contestata da un bambino di 11 anni, che decise di fare causa al Governatore. Musumeci, infatti, con un’ordinanza vietò per cinque giorni di uscire e di giocare all’aperto. A distanza di tre anni il bambino ha vinto la battaglia legale e dovrà essere risarcito.
Regione Sicilia durante il lockdown ha vietato con un’ordinanza l’attività motoria. Bimbo non può giocare all’aperto, fa causa e la vince
Il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana ha dato ragione al bambino, bocciando l’ordinanza emessa l’11 aprile 2020 dall’allora presidente Musumeci. A lui dovranno essere corrisposti 200 euro per ogni giorno in cui fu costretto a rimanere in casa, per un totale di mille euro. Si tratta di una somma simbolica che smentisce però la norma adottata durante il complesso periodo della pandemia.
Le motivazioni espresse dal Consiglio di giustizia amministrativa
La sentenza del 23 marzo è stata depositata solamente mercoledì 25 ottobre 2023. Il collegio ha valutato la situazione, evidenziando che ai minorenni fu imposta “una permanenza domiciliare assoluta”, equivalente agli arresti in casa. Il Cga ha sottolineato come la misura presa dal presidente della regione Sicilia rispecchiasse quella del governo Conte. In Sicilia, però, non c’era stato alcun evento ecatombale e lo stesso Musumeci dava atto di una situazione sanitaria migliore di quella del resto del Paese.
La popolazione non infetta o non in quarantena, è stata posta in condizioni sostanzialmente analoghe a quelle della detenzione domiciliare: cosa che invece hanno fatto alcune Regioni, tra cui anche la Sicilia.