Recenti ricerche stanno mettendo in luce una connessione sorprendente tra l’uso di lassativi e un potenziale aumento del rischio di demenza negli anziani.

Questo legame solleva importanti questioni sulla salute cerebrale e sottolinea l’importanza di esaminare attentamente l’uso di tali farmaci. Nel seguente articolo vedremo in che modo i lassativi potrebbero influire sulla demenza.

L’uso regolare di lassativi è collegato alla demenza

Per molte persone, i lassativi sono un must nell’armadietto dei medicinali. Ora, però, si sospetta che questi farmaci aumentino il rischio di demenza.

Lo suggerisce un recente studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Cambridge e dell’Accademia cinese delle Scienze. Sono stati valutati i dati sanitari di 502.229 persone. All’inizio dello studio i soggetti del test avevano tra i 40 e i 65 anni e sono stati regolarmente esaminati per la loro salute per un periodo in media di dieci anni.

Oltre a varie caratteristiche sanitarie e sociologiche, sono state poste domande specifiche sull’uso dei lassativi. I ricercatori hanno definito l’uso regolare come l’assunzione quasi tutti i giorni della settimana.

Valutando i dati, gli scienziati sono giunti a un risultato interessante. Nel corso dei dieci anni osservati, circa l’1,3% dei soggetti del test che assumevano regolarmente lassativi hanno sviluppato demenza. Al contrario, la percentuale di partecipanti che soffrivano di demenza ma non facevano uso di lassativi era solo dello 0,4%.

Tenendo conto di tutti gli altri fattori di rischio, come precedenti, comorbilità e fattori genetici, il confronto ha mostrato un aumento del rischio di demenza del 50% durante l’assunzione regolare di lassativi. Un’analisi più dettagliata ha mostrato che i lassativi aumentano principalmente il rischio di demenza in generale e di demenza vascolare, ma non di Alzheimer.

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Perché i lassativi aumentano il rischio di demenza?

Una possibile spiegazione di questa conseguenza dell’assunzione di farmaci potrebbe essere l’effetto sulla flora intestinale.

I lassativi possono indebolire la barriera intestinale e quindi facilitare il passaggio delle tossine e dei messaggeri infiammatori dall’intestino al flusso sanguigno e, di conseguenza, al sistema nervoso.

Precedenti studi hanno anche dimostrato che i lassativi osmoticamente attivi alterano il microbioma intestinale, che a sua volta altera la produzione di sostanze messaggere nell’intestino.

Il cervello, infatti, può essere influenzato anche attraverso l’asse intestino-cervello.

Per dimostrare inequivocabilmente questa connessione, però, ci vogliono nuovi studi più mirati. Alla luce dei risultati, però, è consigliata cautela nell’uso dei lassativi, soprattutto in considerazione del fatto che i casi di demenza continuano ad aumentare.

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Come migliorare i movimenti intestinali senza lassativi

Una dieta sana, ricca di fibre, frutta e verdura, potrebbe rendere inutili i lassativi e prevenire il declino cognitivo. Bevi anche sufficienti liquidi non zuccherati.

Per rimettere in funzione l’intestino hai bisogno di riempitivi naturali, ovvero fibre vegetali rigonfianti: rendono le feci più morbide e voluminose. Ciò garantisce uno svuotamento più rapido e regolare dell’intestino.

Consigliamo 35 grammi di fibre al giorno per disturbi di lentezza intestinale. Ciò significa che sulla tavola devono esserci abbastanza prodotti integrali, verdura e frutta.

Un esempio quotidiano concreto potrebbe essere:

  • 2 fette di pane integrale
  • 3 patate
  • 1 mela non sbucciata
  • 1 pera non sbucciata
  • circa 200 grammi di broccoli
  • 1 piccola insalata di pomodori.

Gli alimenti con più di 5 grammi di fibre per 100 grammi sono considerati particolarmente ricchi di fibre, ad esempio: fiocchi d’avena, fiocchi di farro, pane di segale, pane di segale, amaranto, crusca, pane alla frutta, popcorn (preferibilmente non zuccherato), carciofi, scorzonera, topinambur, frutta secca (soprattutto prugne, albicocche), legumi (fagioli, lenticchie, piselli), frutta secca (macadamia, noci pecan, nocciole, noci) e semi (es. semi di chia, psillio).

Puoi anche assumere fibre di acacia o semi di psillio come supporto: un cucchiaio in un grande bicchiere d’acqua fino a due volte al giorno, se possibile 30 minuti prima dei pasti.