Dal mese di aprile ad oggi, a Treviso, i controlli del fisco hanno portato alla scoperta di centinaia di collaboratori domestici evasori totali, di violazione delle regole da parte di alcuni percettori di reddito di cittadinanza e di un’evasione totale per una quota che ammonta a ben 12 milioni di euro. In questi mesi, Guardia di Finanza ha individuato oltre 4mila posizioni di lavoratori inadempienti.

Treviso, controlli del fisco su collaboratori domestici: ecco che cos’è emerso

A Treviso e provincia i controlli del fisco sui collaboratori domestici (principalmente su colf e badanti) sono durati svariati mesi. Hanno permesso agli agenti della Guardia di Finanza di scoprire 295 evasori totali. L’evasione è di oltre 12 milioni di euro. Secondo quanto riferito oggi, è proprio questa la cifra a cui ammonta la base imponibile sottratta a tassazione.

I monitoraggi e i controlli svolti da aprile ad ora hanno portato all’individuazione all’individuazione di 4mila posizioni di lavoratori inadempienti. Nei confronti di tali soggetti interessati sono immediatamente scattati i controlli fiscali e le varie analisi del caso. Tutto procederà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

L’importante operazione, iniziata a partire dai primi mesi dell’anno in corso, è stata portata avanti dai reparti territoriali del comando provinciale della Guardia di Finanza di Treviso. Le ricerche e le indagini rientrano nell’insieme di iniziative svolte per garantire giustizia ed equità fiscale.

Gli agenti e i professionisti del settore hanno lavorato insieme ai membri dell’Inps. Hanno compiuto specifiche analisi, le quali hanno consentito di individuare migliaia di persone non totalmente in regola con il pagamento di tasse e contributi allo stato italiano.

Numerose le posizioni riferite ai lavoratori domestici in regola con un normale rapporto di collaborazione e con il versamento delle ritenute previdenziali ma inadempienti dal punto di vista della presentazione delle dichiarazioni fiscali ai fini Irpef. Queste irregolarità hanno riguardato, nello specifico, gli anni dal 2017 al 2021.

Ricordiamo che per questa tipologia di lavoratori la norma prevede che, al superamento di determinate soglie di reddito, il contribuente deve presentare la dichiarazione annuale con il 730 o il cosiddetto “modello Unico”. Sotto alle soglie previste, tale dichiarazione può essere omessa.

Coloro che hanno indagato hanno notato che i datori di lavoro avevano inserito tutti i dati previsti. Dunque ore lavorative, periodo di assunzione, tariffe orarie, contributi versati e via dicendo. Poi però da parte dei contribuenti non erano state eseguite le operazioni necessarie.

Il lavoro di Inps e Guardia di Finanza

A ricostruire il profilo di questi soggetti interessati sono stati i lavoratori dell’Inps, insieme agli agenti della Guardia di Finanza. Questi hanno analizzato nel dettaglio il profilo reddituale di migliaia di persone attraverso le documentazioni e incrociando le informazioni presenti nelle banche dati.

Il lavoro è stato trasversale e ha visto il coinvolgimento di diversi esperti, i quali sono stati in grado di rilevare le irregolarità. Così gli agenti hanno scovato anche 295 collaboratori domestici evasori totali. In questo caso comunemente si parla di colf e badanti che hanno prestato servizio e lavorato “in nero”. Ma non è finita qui.

Sempre i controlli sono stati individuati sei soggetti che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza. Essi sono riusciti a farlo occultando i compensi ricevuti. Dallo Stato queste sei persone hanno ricevuto un importo complessivo, grazie al sussidio statale, di 85mila euro.

Gli agenti della Guardia di Finanza hanno proceduto a segnalare i responsabili non solo agli uffici competenti dell’Inps per il recupero delle somme indebitamente percepite, ma anche alla Procura di Treviso per i profili penali emersi nel corso delle analisi.

La notizia di questi controlli e di queste evasioni è iniziata a circolare nelle prime ore della mattinata di oggi, venerdì 27 novembre 2023, ma quanto emerso riguarda anni e mesi precedenti, durante i quali professionisti del settore si sono sempre impegnati nella lotta all’evasione fiscale in Italia.