Negli scorsi mesi era finito sulle pagine dei principali giornali italiani il caso di Ilaria De Rosa, la 23enne hostess originaria di Treviso impiegata nella compagnia Avion Express. Per lei la detenzione nel carcere di Jeddah, in Arabia Saudita, è durata all’incirca 6 mesi, dall’aprile scorso ai primi di novembre. Era stata incarcerata lo scorso aprile dopo che la polizia araba aveva trovato addosso alla giovane uno spinello.

Arabia Saudita: la donna era stata caricata su un’auto

La giovane 23enne si era da poco installata nella città araba perché la compagnia aerea presso la quale era assunta faceva spesso scalo lì. La denuncia di scomparsa era arrivata dalla madre, che recandosi dai carabinieri di Castelfranco Veneto aveva dichiarato di non riuscire più a mettersi in contatto con la figlia. Contattata la compagnia aerea, i genitori avevano scoperto che la 23enne era stata caricata su un’auto davanti ad un albergo, particolari che avevano fatto temere per un sequestro di persona.

La Farnesina è intervenuta per fare chiarezza sul caso e assistere la giovane nel processo

Decisivo si è rivelato essere l’intervento della Farnesina, che ha permesso di comprendere la dinamica degli eventi e capire i motivi dietro all’arresto. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è speso in prima persona per il caso, mettendo a disposizione gli avvocati italiani sul posto. Il processo è stato fissato nei primi giorni di agosto, ottenendo una pena di sei mesi: la scarcerazione, perciò, è arrivata nei primi giorni di novembre (tenendo come data di inizio della detenzione maggio).

Alla giovane è stato comminato un provvedimento di espulsione ed è ora attesa a Roma. Ancora non è chiaro se poi la giovane farà ritorno in Veneto, dove è stanziata la madre, oppure si sposterà in Belgio, dove attualmente vive il padre in quanto ufficiale dell’aeronautica in una base Nato.