La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è rimasta vittima di uno scherzo telefonico architettato da una coppia di comici russi, Vovan & Lexus, che sarebbero vicini ai servizi dell’Intelligence di Cremlino. Uno di loro, spacciandosi per un leader africano, le ha fatto delle domande sulla politica estera. A cui la premier ha risposto, conversando in inglese, che c’è “molta stanchezza” per quanto riguarda il conflitto in Ucraina.

Palazzo Chigi ha diffuso una nota in cui esprime “rammarico” per quanto accaduto.

Giorgia Meloni e lo scherzo telefonico: le parole della premier sulla guerra in Ucraina

La famosa telefonata è avvenuta lo scorso settembre: pubblicata sul sito canadese Rumble, è stata in seguito ripresa dall’agenzia russa Ria Novosti. Uno dei comici del duo russo, è riuscito a parlare con la premier Meloni fingendosi presidente dell’Unione Africana.

Incalzata dalle domande di politica estera, la presidente del Consiglio ha affermato che

C’è molta stanchezza da tutte le parti e si avvicina il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita

ha detto riferendosi al conflitto tra Russia e Ucraina.

Il problema è trovare una via d’uscita accettabile per entrambe le parti senza distruggere la legge internazionale. (…) La controffensiva dell’Ucraina non sta andando come ci si aspettava e non ha cambiato il destino del conflitto. Tutti capiscono che potrebbe durare molti anni se non cerchiamo di trovare una soluzione.

ha aggiunto in seguito. Poi, rispondendo a una domanda sul tema:

Non credo che ci sia un problema di nazionalismo in Ucraina, io credo che il nazionalismo sia un problema di Putin. Gli ucraini stanno facendo quello che devono fare, quello che è giusto fare, e noi cerchiamo di aiutarli.

Giorgia Meloni sull’arrivo dei migranti in Italia: “Problema che coinvolge Ue e Onu”

Una parte della conversazione tra Giorgia Meloni e il finto leader africano è stata incentrata anche sul problema dell’immigrazione clandestina in Italia.

La situazione è molto difficile per noi, dall’inizio dell’anno abbiamo avuto circa 120mila arrivi, per la maggior parte dalla Tunisia. Un flusso che dovrebbe aumentare per la situazione in Africa, in Sahel, e per il problema dell’Ucraina. L’Europa ha pensato per un sacco di tempo che poteva risolvere il problema limitandolo all’Italia. Quello che non capiscono è che è impossibile. La dimensione di questo fenomeno è tale che coinvolge non solo la Ue, ma a mio parere anche l’Onu. Il problema è che gli altri non se ne curano e tutti concordano che l’Italia deve risolvere questo problema da sola

ha spiegato.

Ma non solo. La premier ha inoltre sottolineato:

Il problema è che per noi è impossibile integrare questi migranti. L’Ue lo comprende nelle conclusioni del consiglio europeo e nelle parole di Ursula von der Leyen ma poi quando chiedi loro di stanziare i soldi per investire in questi Paesi tutto diventa più difficile, per dire la verità. Questo vale anche per quanto riguarda il memorandum firmato con la Tunisia a luglio, il presidente Saied non ha ancora vista un euro.

Durante la telefonata, Meloni fa anche un breve cenno alla Libia.

Potremmo discutere per ore cosa è successo in Libia. Forse oggi qualcuno capisce che la situazione del dopo non è stata così buona, non è stata migliore.

Palazzo Chigi sulla finta telefonata: “Rammarico”

In una nota diffusa da Palazzo Chigi, l’ufficio del consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri si è detto “rammaricato” per essere stato tratto in inganno dai due comici.

L’episodio è avvenuto il 18 settembre, quando la premier era impegnata a rafforzare i rapporti proprio con i leader africani. C’erano stati infatti degli incontri a margine dell’Assemblea generale dell’Onu tra il 19 e il 21 settembre.

Altre fonti di Palazzo hanno poi evidenziato che, nonostante le domande “scomode”, la presidente Meloni ha comunque ribadito le posizioni assunte dal governo, con i soliti toni formali utilizzati in contesti simili.

Il presidente del Consiglio, nonostante le provocazioni, ha confermato il pieno sostegno all’Ucraina e le politiche italiane di contrasto all’immigrazione illegale.