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Re Carlo III in Kenya: “Grande dolore per atti di violenza ripugnanti nel periodo coloniale”

Atterrato ieri, martedì 31 ottobre, a Nairobi per la sua prima visita ufficiale da sovrano del Regno Unito, Re Carlo III si trova oggi in Kenya. Sbarcato insieme alla consorte, la regina Camilla, Carlo è stato ricevuto dal presidente keniano William Ruto e dalla moglie Rachel alla State House, nella capitale.

Una visita, quella seguita in diretta televisiva nazionale, che corrisponde ad un periodo non casuale. In questi giorni ricorrono infatti i 60 anni dell’indipendenza del Kenya dalla Gran Bretagna.

Carlo ha sottolineato come “non ci sono scuse” per gli “atti di violenza ripugnanti e ingiustificabili” di cui gli inglesi si sono resi protagonisti durante il periodo coloniale in Kenya. La sua cena di Stato nel Paese africano ha costituito un’occasione per esprimere “il più grande dolore e il più profondo rammarico” per le atrocità subite dai kenioti.

Re Carlo in Kenya, il sovrano e la regina depongono una corona di fiori per le vittime della lotta per l’indipendenza

Durante la loro visita, Carlo III e Camilla hanno deposto una corona di fiori al memoriale degli Uhuru Gardens. Si tratta di un’icona dedicata a chi perse la vita nella lotta per l’indipendenza dal dominio coloniale britannico.

Nonostante le sue parole di vicinanza, il successore di Elisabetta II non è arrivato a formulare le scuse a nome della monarchia richieste dal popolo e dalle autorità locali. La Commissione per i diritti umani del Kenya, in particolare, si aspettava “scuse pubbliche inequivocabili”. Sul tavolo c’era anche l’ipotesi di presentare richiesta di ulteriori risarcimenti rispetto a quelli minimi ottenuti da Londra nel 2013.

Proteste anticolonialiste nel Paese

Il re resterà in Kenya per quattro giorni. Si tratta della prima visita ufficiale di Carlo III al di fuori dell’Europa. Indipendente dal 1963, il Kenya è stato animato da una serie di proteste orchestrate dai reduci dei Mau Mau. Il movimento anticolonialista rappresenta il popolo brutalmente represso dall’esercito britannico durante le ribellione avvenuta fra il 1952 e il 1960.

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