Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri si scaglia contro la manovra finanziaria del governo. Bersaglio del suo attacco, i tagli ai comuni, contro i quali il primo cittadino scenderà in piazza il prossimo 11 novembre.

Manovra, Gualtieri contro i tagli ai comuni: “A Roma tolti più di 25 milioni”

Da Guelfi e Ghibellini in poi, l’Italia è sempre stato un paese contraddistinto dalle divisioni interne e dalle piccole e grandi rivalità fratricide. Ora, però, una cosa sempre tenere unite molte, differenti anime della nazione: l’opposizione alla manovra finanziaria del governo.

Alle proteste dei medici per i tagli alle pensioni e quelle delle associazioni del comparto ricettivo extra alberghiero per l’aumento della cedolare secca, si aggiunge ora quella del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Scontata, senza dubbio, in quanto esponente del Partito Democratico, ma non per questo meno rilevante. Soprattutto perché i toni usati dal primo cittadino per attaccare la legge di bilancio sono particolarmente duri.

Intervenuto a un evento organizzato da un circolo cittadino con la segretaria Elly Schlein, Gualtieri ha annunciato la sua presenza in veste di sindaco alla manifestazione che il PD ha in programma per l’11 novembre. Una partecipazione, ha detto, in difesa di Roma, contro i tagli previsti dalla finanziaria.

“A Roma abbiamo motivi in più per essere in piazza. Questo governo ha deciso di percorrere la strada dei tagli ai comuni e a Roma ci sarà un taglio di più di 25 milioni. Meno risorse per servizi, per trasporti, per i più deboli. Noi dobbiamo dire che non è accettabile e saremo in piazza per dire ‘No ai tagli ai comuni, più risorse per i servizi pubblici’”.

Premierato in Italia? Secco no di Gualtieri: “Vogliono sfasciare la Costituzione”

Per il sindaco di Roma, la battaglia contro la legge di bilancio ha una portata ben più ampia, che riguarda le sorti degli equilibri costituzionali della nazione.

Gualtieri, infatti, vede un ‘filo rosso’ collegare la manovra economica con le riforme che il governo presieduto da Giorgia Meloni vorrebbe attuare, in particolare con la vociferata riforma del ‘premierato’, della quale il primo cittadino non vuole proprio sentir parlare.

“Dobbiamo essere consapevoli che questa scelta economica e sociale si affianca a una scelta di riforme: l’elezione diretta del primo ministro non esiste in nessun paese al mondo, l’hanno provata in Israele e l’hanno tolta perché non funzionava. Non c’entra il presidenzialismo. Stanno preparandosi a sfasciare la nostra Costituzione”.