Sarebbero 14 gli assegni recanti la firma del portiere della Nazionale Gianluigi Buffon; per un importo complessivo di 1 milione e 580 mila euro. Quattordici assegni arrivati a una tabaccheria di Parma che funziona anche come ricevitoria per scommesse sportive. Questa volta non sembrerebbe solo una millanteria ma un dato sostenuto in un rapporto del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Torino, la quale ha inoltrato a quella di Cremona la richiesta di documentazione legata a un procedimento, gestito dai magistrati del pool antiriciclaggio, in cui – secondo quanto si è appreso – il nome di Buffon non sarebbe iscritto nel registro degli indagati. Buffon era stato coinvolto in un’inchiesta giudiziaria per scommesse nel 2006: quel fascicolo era stato aperto per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva ma, alla fine degli accertamenti, la posizione del portiere era stata archiviata. L’ipotesi dell’esistenza di una vera e propria associazione non trovò una conferma; Buffon, inoltre, affermò – sempre secondo quanto si è appreso oggi – di avere scommesso su manifestazioni sportive all’estero; in ogni caso, non fu mai possibile ricostruire con esattezza i movimenti del denaro. Il segmento principale di quel procedimento venne trattato dalla procura di Parma. Non sarebbe però altrettanto possibile escludere a priori il coinvolgimento di Buffon; «Non è impossibile escludere – ecco un altro passo del documento – che il soggetto abbia posto in essere un’intensa attività finanziaria finalizzata al mondo delle scommesse sportive». La richiesta avanzata dai pm di Torino ai colleghi di Cremona prende spunto da una intercettazione ambientale risalente all’anno passato. In essa si sente Nicola Santoni, ex calciatore e indagato a Cremona, raccontare a un amico che Buffon, Cannavaro e Gattuso sono notoriamente dediti a scommesse sportive. Interrogato a tal proposito Santoni aveva detto che quelle parole erano semplici millanteria. Ma ora i magistrati vogliono andare più a fondo.

Fabio Stefanelli