Sono ormai tantissimi anni che, ogni volta che ci sono precipitazioni di rilievo, città come Milano si bloccano per allagamenti, per disastri e per problemi di vario tipo: ma perché il fiume Seveso esonda così frequentemente? Anche la mattina di martedì 31 ottobre 2023 il capoluogo meneghino si è svegliato con intere aree allagate e sommerse d’acqua. Vediamo dunque le cose nel dettaglio, quali sono le cause e quali comportamenti si potrebbero adottare per evitare disastri del genere.

Perché il Seveso esonda: le cause

Perché il Seveso esonda e provoca enormi disastri a Milano? Ormai da anni sentiamo parlare del fiume sotterraneo – o meglio, fiume sotterrato dall’uomo – che, spesso e volentieri, “straripa” e le sue acque invadono la città. In particolare le aree più colpite sono quelli della zona Nord del capoluogo lombardo, come il quartiere Niguarda e il frequentato viale Fulvio Testi.

L’evento più recente si è verificato il 31 ottobre 2023. Quello precedente risale al settembre precedente. Le piene del fiume dal 1975 ad oggi sono già state 118. Piene che, ogni volta, hanno provocato tantissimi disagi per il capoluogo lombardo e per i suoi cittadini.

Ciò che si nota inoltre è che, negli ultimi tempi, le esondazioni sono diventate ancora più frequenti. Il fenomeno ha sicuramente a che vedere con le piogge torrenziali che, anno dopo anno, aumentano sempre di più a causa del cambiamento climatico.

Sta di fatto comunque che non è poi ormai così raro che i cittadini milanesi debbano fare i conti con tombini aperti, strade allagate, danni agli edifici, mezzi pubblici bloccati e via dicendo. Secondo i calcoli e le stime, dalla metà degli anni ’70 ad oggi, il fiume Seveso torna in superficie con una media di due volte e mezzo all’anno.

Diversi sono i motivi legati a questo fenomeno. In primo luogo vi è l’alto livello di impermeabilizzazione del suolo cittadino, unito a fenomeni atmosferici sempre più presenti e sempre più devastanti.

Il fiume ha la sua sorgente nella provincia di Como. Il suo corso d’acqua, nel corso del ‘900, è stato nascosto da una serie di lavori e di operazioni sotto l’asfalto. Il Seveso “entra” dalla parte settentrionale del capoluogo lombardo. In particolare all’altezza del Parco Nord. Si va poi man mano a confondere con il Naviglio Martesana lungo via Melchiorre Gioia.

Quando si verificano importanti precipitazioni, l’acqua piovana riempie le fogne e non trova più spazio per scorrere. A questo punto allora sale per strada e inizia a inondare la città. Così Milano, anche nel giro di solo un paio di ore, viene ricoperta da acqua, con tutti i danni, i disagi e i problemi che ne derivano.

A peggiorare tutta quanta la situazione è il fatto che, a Milano così come in tutto il resto d’Italia, le piogge violente, i nubifragi devastanti, le precipitazioni improvvise sono purtroppo ogni anno più frequenti. Si tratta di conseguenze derivanti dall’alto livello di inquinamento e dal cambiamento climatico che sta colpendo il mondo intero (e non solo i nostri territori).

Il parere di Legambiente

Lorenzo Baio, vicepresidente di Legambiente, ha affermato oggi:

La realtà è che il bacino del Seveso ha perso ogni capacità di laminare eventi di piena, e soprattutto siamo del tutto impreparati rispetto agli eventi catastrofali che il cambiamento climatico rischia di rendere sempre più frequenti e intensi.

E ancora:

Colpa del troppo cemento che ha rivestito il territorio, restringendo gli alvei del torrente e dei suoi affluenti, impedendo l’infiltrazione delle acque nel suolo e accelerando la corsa delle onde di piena verso il capoluogo milanese.

Come risolvere la questione del Seveso?

A questo punto la domanda che sorge spontanea è una sola: che cosa bisogna fare per evitare che il Seveso esondi così frequentemente e provochi danni e disagi a Milano e ai suoi cittadini? La questione non è così semplice. Oggi vi è un importante dibattito che riguarda le cosiddette “vasche di contenimento”. Ma di che cosa si tratta e qual è la loro funzione?

Per capire la questione dobbiamo fare un salto indietro nel tempo. Nel 2014 il governo di Matteo Renzi aveva sbloccato fondi statali per intervenire con un piano specifico legato ai dissesti idrogeologici. Questo piano prevedeva, tra le altre cose, la messa a punto di quattro vasche per contenere le esondazioni del fiume Seveso.

Tre anni fa poi sono partiti i primi cantieri e oggi gli scavi sono quasi ultimati. Sono, stando a quanto riferito dall’assessore alla Protezione Civile Marco Granelli, in fase di collaudo. Esse servono a contenere gli “straripamenti” del Seveso tramite l’attivazione di paratie.

Proprio la mattina di martedì 31 ottobre 2023 la politica è ritornata sul tema. Granelli ha riferito che le vasche a Milano dovrebbero entrare in sevizio a fine novembre. Però, ha aggiunto:

quelle della Regione Lombardia sono indietro.

Subito il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana ha replicato:

Granelli si dovrebbe occupare di gestire meglio la città, perché non credo che siano mai successe tante situazioni come queste, che dimostrano un completo abbandono. Noi il nostro lavoro lo stiamo facendo: le vasche saranno pronte, la prima verrà consegnata entro la fine di gennaio, la seconda entro marzo, stiamo rispettando i tempi.