Dove è stata uccisa Meredith Kercher e perché? Il suo caso, salito alla ribalta delle cronache con il nome di “delitto di Perugia”, ha scosso per anni l’opinione pubblica e per certi versi – nonostante le condanne a le assoluzioni – resta ancora avvolto dal mistero.

Dove è stata uccisa Meredith Kercher e perché?

Tutto inizia il 31 ottobre del 2007. Meredith Kercher ha 22 anni. Da poco si è stabilita a Perugia per prendere parte a un progetto di studi internazionali. Insieme ad Amanda Knox, di origini statunitensi, vive in un appartamento di via della Pergola. Conduce una vita tranquilla: studia ed esce con gli amici.

A casa di uno di loro si trova anche la sera del delitto: guardano un film, poi lei rientra a casa. Amanda invece è uscita insieme al ragazzo che frequenta da poco, un certo Raffaele Sollecito. È lei, la mattina del 1 novembre, a dare l’allarme: Meredith è stata uccisa. Una delle finestre dell’abitazione ha il vetro infranto, nella stanza da letto della studentessa inglese ci sono copiose tracce di sangue.

Il suo corpo viene ritrovato dalla scientifica sul letto, sotto a delle coperte. Le indagini partono subito serrate e si concentrano inizialmente su Amanda e Raffaele. Gli investigatori sospettano che i due possano aver ucciso a coltellate la giovane al culmine di un’aggressione sessuale. Amanda però fa il nome di un uomo, un sospettato, Patrick Lumumba, il gestore del bar in cui lavorava come cameriera.

Quando egli verrà assolto ci si chiederà perché avesse puntato il dito contro di lui. Ci si chiederà se non volesse proteggere qualcuno: sé stessa, oppure il ragazzo che aveva frequentato, che avrebbe lasciato una volta che entrambi sarebbero stati fermati per l’omicidio, finendo in carcere.

Chi è stato condannato per l’omicidio della studentessa inglese?

Quando sia Amanda Knox che Raffaele Sollecito finiscono a processo per la vicenda, gli inquirenti hanno già iniziato a vagliare la posizione di un altro uomo, Rudy Guede, di origini ivoriane. C’è il sospetto che – insieme agli altri imputati – abbia partecipato all’aggressione sessuale e all’uccisione della giovane. Anche lui finisce a processo, scegliendo il rito abbreviato.

Nonostante la condanna in primo grado, sia Knox che Sollecito alla fine vengono assolti “per non aver commesso il fatto”. Viene condannato a 16 anni, invece, Rudy Guede: è lui, secondo i giudici, l’assassino di Meredith Kercher. L’avrebbe accoltellata dopo averla violentata. Era entrato a casa sua per rubare. Da poco è uscito dal carcere, costruendosi una nuova vita a Viterbo.

Continua a dichiararsi innocente, sostenendo di essere stato incastrato da Amanda Knox e dal suo allora compagno. Stando alla sua versione dei fatti, la sera del delitto si trovava a casa della vittima perché era stata lei ad invitarlo, a scopi sessuali: poi, mentre lui era in bagno, qualcuno sarebbe entrato nell’abitazione e l’avrebbe uccisa. Lui, spaventato, si sarebbe dato alla fuga.

In molti, nonostante la condanna in via definitiva, gli credono e continuano a pensare che i veri assassini siano i due giovani assolti. Tanti misteri, in effetti, avvolgono ancora la vicenda. Nell’emanare la sua sentenza la Suprema Corte disse che il quadro probatorio era “caotico e contraddittorio”. E non è un mistero che le indagini, soprattutto all’inizio, si svolsero in modo confuso. Resta il dubbio che non si sia fatta veramente chiarezza. E che le bugie raccontate dagli imputati nel corso degli anni celino la reale verità.

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