Manifesti con il fascio littorio e con frasi nostalgiche del Ventennio, a L’Aquila sette giovani risultano indagati per apologia di fascismo. I ragazzi secondo quanto reso noto sono simpatizzanti del gruppo di estrema destra Casapound e alcuni di loro avrebbero preso parte ad atti vandalici fuori dalla sede cittadina del Partito Democratico.
Indagati per apologia del fascismo a L’Aquila
Prima i manifesti con il Fascio Littorio e frasi nostalgiche per la città poi quelli con sopra scritto “Parlateci di Bibbiano” fuori la sede del Pd. Sono in tutto sette i giovani di età compresa tra 23 e 38 anni indagati a L’Aquila per apologia del fascismo. Poco si conosce in merito a sette indagati: uno di loro è di Latina e sarebbero tutti simpatizzanti di Casapound. Il primo episodio di cui sono accusati quattro membri del gruppo è l’imbrattamento del Comitato elettorale del Pd in Piazza Duomo con manifesti che alludevano allo scandalo di Bibbiano. L’altro imbrattamento invece è avvenuto in concomitanza con il centenario della marcia su Roma. Una polemica, quella sull’estrema destra, che va avanti da tempo: lo scorso marzo si è tenuta una riunione di alcuni gruppi neofascisti a piazza Aspromonte a Milano.
Manifesti con frasi fasciste
“Siamo ancora qui”, “100 anni di disperato amore” o ancora “100 ancora in marcia” e “Il passo romano ripiomba più forte 100”. Sono solo alcune delle frasi riportate sui manifesti affissi dai sette per la città in occasione dei cento anni della marcia su Roma. A denunciare il tutto fu l’allora segretario del Pd Di Giovambattista. Il gruppo è stato incastrato e riconosciuto dai video delle telecamere di sorveglianza. Non si tratta dell’unico episodio di questo tipo: a Chieti è ricomparsa la scritta DUX qualche mese fa.