Il canonico discorso nella serata di ieri del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky è stato improntato all’unità, sia interna sia con i paesi che supportano la causa ucraina, in primis Stati Uniti e l’Unione Europea.
“Dobbiamo essere uniti, dobbiamo fare tutto il possibile e l’impossibile per resistere, per riprenderci ciò che è nostro e per dimostrare che la libertà è sicuramente più forte dell’odio e dell’aggressione. Questo richiede la nostra unità, l’unità in tutta l’Europa, l’unità dell’America, l’unità di tutto il mondo libero.”
Guerra in Ucraina, Zelensky: “Lavoriamo ad una strategia per mantenere alta l’attenzione sul nostro paese”
Il presidente Zelensky, oltre ad un accorato appello all’unità, ha effettuato alcune importanti dichiarazioni riguardo a tre diverse riunioni a cui ha partecipato. La prima era una “riunione dei rappresentanti a Malta e sugli ulteriori piani per la formula di pace”, la seconda riguardava “una valutazione dei nostri progressi nell’integrazione europea” e infine una terza a proposito dell’elaborazione di “una strategia per mantenere l’attenzione del mondo sull’Ucraina”.
Zelensky: “Un’altra la catena del potere svanisce in Daghestan”
Il rischio non troppo remoto, infatti, è quello di uno spostamento del focus internazionale dalla causa ucraina al conflitto che imperversa tra Israele e Gaza. La situazione nella Striscia appare ormai al collasso e si rischia una vera e propria catastrofe umanitaria per le circa 2 milioni di persone che risiedono nel territorio.
Proprio sul caos in Medio Oriente è intervenuto Vladimir Putin, che ha affermato come siano gli Stati Uniti i veri responsabili della situazione di caos che attraversa tutto il Medio Oriente.
“L’America si indebolisce, perde posizioni. Ormai la pax americana è una cosa del passato. Non esiste giustificazione per i bombardamenti su centinaia di migliaia di civili a Gaza.”
Proprio dal territorio russo arrivano notizie di violenze antisemite in Daghestan, dove un gruppo nutrito di cittadini ha attaccato un aereo appena atterrato proveniente da Israele. Sul tema è intervenuto a gamba tesa Zelensky, evidenziando come sia un esempio della “perdita di controllo” da parte di Putin in alcune aree del paese.
“Dobbiamo valutare seriamente il sistema russo. Hanno mobilitato tutte le loro forze per cercare di non perdere ciò che hanno finora conquistato in Ucraina, ma allo stesso tempo hanno inquinato il loro territorio con odio e degrado. Una volta i ribelli vanno a Mosca e nessuno li ferma, un’altra la catena del potere svanisce in Daghestan e avviene un pogrom. Sono tutti segnali che, per il momento, la Russia può resistere alle ostilità e in alcuni luoghi aumentare la pressione sul fronte, ma non è in grado di sopportare strategicamente questo confronto.”
La critica viene portata avanti anche dagli Stati Uniti, tramite il portavoce del Consiglio di sicurezza della Casa Bianca, John Kirby. Egli ha ribadito come la Russia non abbia condannato le violenze nell’aeroporto in Daghestan.
“Non abbiamo sentito assolutamente nulla da Putin, non una parola su quell’attacco. E quel silenzio vale più di mille parole.”