Tra gli anni Settanta e Ottanta ha fatto la storia del calcio italiano. Fulvio Collovati ha vestito maglie importanti, ha vissuto momenti indimenticabili. Milan e Inter soprattutto, ma anche la Nazionale italiana e poi la Roma, prima di chiudere la carriera con il Genoa. I colori rossoneri però li ha scelti subito. Il primo grande amore, quando all’età di 7 anni si è trasferito, da Teor, un piccolo comune in provincia di Udine, a Milano. Le giovanili con il Milan e poi tutta la trafila fino al calcio dei grandi. Fulvio ci ha sempre messo il cuore e il calcio lo ha ripagato. Nel suo palmarès figurano soprattutto lo scudetto vinto in rossonero e la Coppa del Mondo del 1982. Per commentare Napoli-Milan e la crisi di Pioli, Collovati è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Napoli-Milan e la crisi di Pioli, Collovati a Tag24
A Napoli finisce 2 a 2 ma per i tifosi milanisti è un pareggio che sa di sconfitta. Al Maradona, contro i campioni d’Italia, la squadra di Pioli, avanti 2 a 0 nel primo tempo, avrebbe potuto dilagare ma non ci è riuscita, e nella ripresa ha pagato pegno. Le reazioni di Leao e Giroud, in occasione delle sostituzioni, fanno seguito alle parole di Calabria in Champions League. Atteggiamenti che fanno pensare e discutere. Intanto sui social una parte dei tifosi chiede l’esonero del mister. Eppure questa squadra, poco più di una settimana fa, sembrava la più in forma del campionato, capace di reagire al massimo dopo la sconfitta nel derby e lanciatissima nella lotta scudetto. Cosa può essere cambiato in 7 giorni? Lo abbiamo chiesto a chi, questo ambiente, lo conosce alla perfezione. Per parlare di Napoli-Milan e della crisi di Pioli, Collovati è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Un primo tempo ad alti livelli e poi una ripresa da dimenticare, per i tifosi milanisti quello di ieri è un pareggio che sa di sconfitta. La pensi così anche tu?
“Alla vigilia di questo big match probabilmente per un pareggio qualcuno avrebbe anche firmato. Poi però per come si è messa la partita è chiaro che c’è amarezza, ma non parlerei di sconfitta. Sul 2 a 0 il Milan, al di là del valore del Napoli, non può di certo farsi raggiungere in quel modo lì. E poi ci sono polemiche, per le sostituzioni di Giroud e Leao e immagino già il ritorno in aereo e in pullman. Sicuramente ci saranno stati molti più mugugni che sorrisi per un pareggio, non ce lo dimentichiamo, contro la squadra che ha vinto lo scudetto e che detiene il titolo. Non c’è soddisfazione, questo è chiaro, ma non deve esserci neanche l’eccesso dall’altra parte”.
Mugugni che rischiano però di aprire una vera e propria crisi. Addirittura sui social è tornato l’hashtag Pioli out. Troppo cattivi?
“Se dobbiamo mettere in dubbio Pioli, come ci dovremmo comportare con Mourinho, con Sarri o con lo stesso Garcia? Il Milan è lì, terzo in classifica, cosa gli vogliamo dire. C’è l’amaro per una vittoria buttata via, e questo lo comprendo, ma non si può esagerare in questo modo. Probabilmente molto dipende dalla settimana che hanno passato i rossoneri, dalla sconfitta con la Juventus e poi con il Paris Saint Germain. Resta però il fatto che a mio avviso resta ingeneroso prendersela con l’allenatore. Non capisco neanche i calciatori che contestano e si arrabbiano. Giroud in primis, è un attaccante di 37 anni, un uomo esperto che dovrebbe evitare determinati atteggiamenti. Anche perché lui è un esempio e rischia di portarsi dietro anche i più giovani”.
Come ne esce il Milan da questa situazione?
“Solo con i risultati, a cominciare dalla partita con l’Udinese di sabato prossimo. Non c’è altra soluzione, mi sembra evidente. Queste polemiche, lo dico da ex calciatore, a volte fanno anche bene perché magari scuotono lo spogliatoio. Io mi auguro che questo avvenga immediatamente, a cominciare da Leao che è uno che si lamenta ma sta facendo vedere poco. Alla fine Thuram fa gol, Lautaro fa gol; i grandi attaccanti segnano. Lui è considerato un grande, al di là delle richieste economiche, deve fare la differenza e tornare a segnare”.
È stata una settimana importante anche per il big match tra Inter e Roma. I nerazzurri rischiano di diventare una squadra sola al comando?
“Assolutamente no. L’Inter è la squadra favorita, ma non mi aspetto che faccia come il Napoli lo scorso anno che ha ucciso il campionato. Sono i più quotati per la vittoria dello scudetto, ma non ci dimentichiamo la sconfitta con il Sassuolo e il pareggio con il Bologna. Inzaghi ha una rosa importante, la più completa rispetto alle altre, ma deve sempre giocare concentrata al massimo livello per vincere. Non ha già lo scudetto in tasca comunque”.
Per il Milan quindi resta fiducioso?
“Certo, i rossoneri si giocheranno lo scudetto insieme all’Inter e al Napoli. Nonostante la crisi e l’inizio della stagione, la squadra di Garcia va tenuta ancora in seria considerazione. È una delle più forti, ha vinto lo scorso anno e non va sottovalutata. Ovviamente poi ci metto la Juventus che è sempre una formazione forte e che non ha le Coppe. La favorita però resta l’Inter”.
Il passaggio del turno in Champions League invece è compromesso?
“Situazione diversa e difficile. Devi andare in casa del Newcastle a giocarti l’ultima e non sarà per niente facile. Molto dipenderà ovviamente dalla prossima partita in casa contro il Psg. In quell’occasione i rossoneri dovranno per forza fare risultato, ma al momento penso abbia il 30% delle possibilità di andare avanti”.