Sulle pensioni del 2024 il governo guidato da Giorgia Meloni interviene per porre i vincoli di importo al fine di scoraggiare le uscite. I vincoli riguardano sia i lavoratori che appartengono al sistema previdenziale misto (in parte retributivo), che a quello contributivo puro. L’anno di spartiacque è il 1995: chi ha lavorato entro al fine di questo anno rientra – in quasi tutti i canali di uscita – nel sistema misto. Chi ha iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996, rientra nel sistema contributivo puro, con regole differenti, anche per quanto concerne i limiti di importo delle pensioni.

Nuovi vincoli sono introdotti anche a misure che sono in vigore nel 2023 e che troveranno conferma nel 2024: l’opzione donna e la quota 103 vedranno aggravarsi i requisiti di pensionamento, non tanto dal punto di vista anagrafico, quanto da quello del futuro assegno di pensione che ne uscirà chiaramente ridimensionato.

Pensioni, tutti i vincoli di importo per scoraggiare le uscite nel 2024

Aumentano i vincoli per limitare le uscite per le pensioni del 2024. Nella quasi totalità dei canali di uscita il governo ha fissato nuovi vincoli che incidono, in prima battuta, soprattutto sul valore della futura pensione. I lavoratori, dunque, sono incentivati a rimanere ancora sul lavoro per non perdere quote di pensioni, talvolta anche per tutta la durata della vita da pensionati.

Pensioni vincoli 2024, uscita con vecchiaia: cosa cambia?

Rimangono invariate le sole regole della riforma Fornero, ovvero la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata. Per la prima, è necessario aver compiuto i 67 anni di età unitamente a 20 anni di contributi. Bastano solo questi due parametri per i lavoratori del sistema previdenziale misto (almeno un contributo versato entro il 31 dicembre 1995).

Per i lavoratori del sistema contributivo arriva una novità sostanziale: l’abolizione del vincolo di 1,5 volte della propria pensione futura rispetto alla pensione sociale, del valore di 503,27 euro nel 2023. Dal 1° gennaio 2024, quindi, si potrà uscire non tenendo conto di questo requisito, ma basterà avere un assegno di almeno il valore della pensione sociale. Se, da una parte, la novità libera da un vincolo, dall’altra apre le porte a pensioni povere.

Sulla pensione anticipata dei soli contributi, per i lavoratori del sistema previdenziale misto, sono confermati i 42 anni e dieci mesi di versamenti degli uomini e i 41 anni e dieci mesi per le donne. Tali requisiti rimarranno invariati fino al 31 dicembre 2026.

Pensione anticipata di soli contributi

La pensione anticipata dei lavoratori del sistema contributivo puro si raggiunge a 64 anni di età unitamente a 20 anni di contributi. Ad oggi vige il vincolo dell’assegno di pensione che deve essere di almeno 2,8 volte quello della pensione sociale (503,27 euro al mese). Si dovranno maturare contributi per arrivare ad almeno 1.409,16 euro lordi di pensione futura. Tale vincolo verrà innalzato a tre volte la pensione sociale con la legge di Bilancio 2024, con qualche sconto per le lavoratrici (2,8 volte per le donne con un figlio, 2,6 volte per quelle con due figli).

Pensione a quota 103 e opzione donna

Per i lavoratori che, nel 2024, usciranno dal lavoro con la quota 103 ci sarà il ricalcolo della pensione interamente con il sistema contributivo puro. Ciò significa che si perderanno i vantaggi dei contributi versati nel sistema retributivo, fino al 31 dicembre 1995.

Per le lavoratrici che, nel prossimo anno, usciranno con opzione donna c’è la novità dell’aumento dell’età anagrafica per agganciare la misura. Rispetto al 2023, infatti, non si uscirà più a 60 anni ma a 61 anni. Lo sconto per i figli avuti sarà di un anno per un figlio (uscita a 60 anni, nel 2023 a 59 anni) o di due anni per almeno due figli (uscita a 59 anni anziché a 58 anni).

Serviranno sempre 35 anni di contributi versati, ragione per la quale il rimando di un anno servirà solo per avere più tempo a disposizione per raggiungere il requisito contributivo. Tutti i contributi, anche la quota del sistema retributivo, verranno ricalcolati con il sistema meno vantaggioso del contributivo.