La bozza della nuova legge di Bilancio sta definendo come andare in pensione nel 2024 con i canali di uscita anticipata a disposizione tra i quali quota 103, Ape sociale e opzione donna. Non cambiano i requisiti per andare in pensione con la vecchiaia, fissata sempre a 67 anni di età unitamente a 20 anni di contributi. Le pensioni anticipate dei soli contributi continueranno a essere accessibili con 42 anni e dieci mesi di versamenti per gli uomini e con 41 anni e dieci mesi per le donne.
I tre canali alternativi rimangono, quindi, i principali meccanismi di limitazione dalla riforma Fornero, anche se soggetti a variazioni a partire dal 1° gennaio 2024. La quota 103, che ha trovato conferma dopo il primo anno di sperimentazione che si concluderà il 31 dicembre prossimo, sarà una misura profondamente rivista nel 2024. Rimarranno uguali i soli requisiti di età e contributi che compongono la quota: si continuerà a uscire a 62 anni unitamente a 41 anni di contributi, ma la pensione sarà di più difficile accesso.
Come andare in pensione nel 2024: la nuova quota 103, quali novità
Cambiano i canali per andare in pensione a partire dal 1° gennaio 2024, secondo quanto riporta la bozza della legge di Bilancio, arrivata oggi in Parlamento. Il provvedimento contiene la conferma di quota 103 fino al 31 dicembre 2024, ma con regole nuove applicate nel prossimo anno. Innanzitutto perché chi maturerà i requisiti di uscita con questo meccanismo e sceglierà di andare in pensione dovrà considerare il ricalcolo dei versamenti previdenziali con il sistema contributivo puro, meno conveniente del misto e retributivo.
La pensione sarà, inevitabilmente, più bassa rispetto a quella che si poteva ottenere, un anno prima, alla stessa età e con la stessa misura. La misura che uscirà dalla legge di Bilancio 2024 contiene altri paletti: infatti, sarà fissata a quattro volte il trattamento minimo Inps il limite di pensione che si potrà ottenere mensilmente. Conti alla mano, ciascun pensionato di quota 103 non potrà avere un assegno superiore a 2.550 euro al lordo mensili, corrispondenti a circa 1.750 euro al netto.
Inoltre aumenteranno le finestre di uscita, fissate a sette mesi per i lavoratori del settore privato (rispetto ai tre mesi del 2023) e ai nove mesi dei dipendenti del pubblico impiego (rispetto ai sei mesi di quest’anno).
Come andare pensione 2024, uscita a 63 anni di età
L’alternativa, a 63 anni di età della quota 103, è l’Ape sociale, la modalità di uscita dal lavoro per le categorie svantaggiate. Anche per questo canale di uscita ci sarà un aggravamento dei requisiti, dal momento che l’età di pensionamento sale da 63 anni a 63 anni e cinque mesi.
La stretta più evidente di questa misura, tuttavia, rappresenta la cancellazione delle categorie di lavoratori addetti a mansioni gravose che erano stati ammessi nel biennio 2022-2023. In tutto, al momento, sono 23 le categorie dei gravosi che, se la legge di Bilancio 2024 dovesse passare a queste condizioni, rimarrebbero tagliati fuori.
Pensioni con opzione donna, le novità dei requisiti di uscita dal prossimo 1° gennaio
Infine, pensioni più difficili e meno convenienti anche per chi acceda con opzione donna. Infatti, le lavoratrici potranno uscire un anno dopo rispetto ai criteri di pensionamento del 2023, dovendo attendere i 61 anni di età rispetto agli attuali 60 anni.
Rimarranno le categorie esclusive di accesso alla misura (ovvero le caregiver, le licenziate e le invalide ad almeno il 74 per cento), cosi come gli sconti sull’età a seconda del numero dei figli avuti. Quindi, per le lavoratrici con un figlio, lo sconto fa uscire a 60 anni, con due figli si scende a 59 anni (nel 2023, rispettivamente, 59 e 58 anni).
Serviranno, inoltre, 35 anni di versamenti minimi da ricalcolare con il meno conveniente sistema contributivo puro. Rispetto a quota 103, che all’età della pensione di vecchiaia elimina il tetto dei 2.550 euro lordi mensili, per l’opzione donna l’assegno di uscita è quello definitivo, per tutta la vita da pensionate.