Chi ha ucciso Vittorio Boiocchi? A un anno dall’omicidio del capo ultras interista a Milano l’interrogativo resta aperto. Stando alle ultime notizie, gli investigatori avrebbero però fatto dei passi in avanti, ipotizzando che almeno uno dei killer del 69enne sia originario dell’Est Europa.
Chi ha ucciso Vittorio Boiocchi? La ricostruzione dell’omicidio a Milano
A un anno di distanza, resta la mancanza. Ciao Zio.
Così, lo scorso sabato sera, i tifosi della curva nord dell’Inter hanno scelto di ricordare l’ex capo ultras Vittorio Boiocchi, morto a 69 anni il 29 ottobre del 2022. È successo a qualche metro di distanza dal portone d’ingresso dell’abitazione in cui viveva, al civico 14 di via Fratelli Zanzottera, nel quartiere Figino, all’estrema periferia ovest di Milano: stava rientrando quando, poco prima delle 20 di sera, due uomini a bordo di una moto di grossa cilindrata lo avvicinarono e lo colpirono ripetutamente con una pistola semiautomatica, lasciandolo a terra inerme.
Una volta soccorso l’uomo era stato trasportato d’urgenza in ospedale, morendo nonostante i tentativi dei medici di salvarlo. Aveva precedenti per rapina, traffico di droga e sequestro di persona. Da un po’ non frequentava lo stadio: gli era stato vietato per cinque anni, a causa degli scontri che nel 2018 avevano portato alla morte dell’ultras del Varese Dede Belardinelli e a cui lui aveva partecipato.
Nel 2021 era stato arrestato perché, nel corso di una perquisizione, nella sua auto (rubata) i carabinieri avevano trovato una pistola, un coltello, delle manette, un taser e una pettorina della Guardia di Finanza. Secondo gli investigatori avrebbe dovuto prendere parte a un’estorsione. Da una vita aveva contatti con alcuni esponenti di spicco di Cosa Nostra e della Mala del Brenta: non aveva mai fatto niente per tenerli segreti.
Eppure sulla sua morte si hanno tanti dubbi. E i suoi killer, arrivati all’improvviso e poi dileguatisi, non hanno ancora un volto né un nome.
Le ultime notizie sul caso del capo ultras
Di recente degli sviluppi ci sono stati. Stando alle ultime notizie, gli inquirenti sarebbero infatti riusciti a risalire al Paese di provenienza dei proiettili usati per l’aggressione: la Repubblica Ceca. Proiettili di recente fabbricazione, mai utilizzati prima a Milano. Una sorta di “firma”, che potrebbe incastrare gli assassini del 69enne.
L’ipotesi è che almeno uno dei due fosse arrivato dall’Est Europa. Resta da capire il perché. Sarebbe stata esclusa, per ora, la pista del tifo calcistico, pure a lungo indagata. Resta aperta quella della criminalità organizzata meneghina. Ci si chiede se Boiocchi – che ultimamente sembrava vantarsi di un racket dei parcheggio intorno a San Siro – non fosse finito in qualche “giro” particolarmente pericoloso, finendo per essere ammazzato dai suoi rivali. Magari aveva pestato i piedi a qualcuno di “grosso” e con l’agguato, poi rivelatosi mortale, si sperava di rimetterlo al suo posto.
È probabile che chi ha sparato non volesse ucciderlo: dei tanti colpi, solo due sarebbe andati a segno, uno, quello mortale, al collo. I due sicari avevano il volto coperto da un casco. Nessuno, pur volendo, sarebbe riuscito ad identificarli. La loro cattura potrebbe dipendere dai prossimi accertamenti tecnico-scientifi sui reperti sequestrati sulla scena del crimine.
La morte di Diabolik a Roma
La vicenda di Boiocchi ricorda quella di Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik”, l’ultras della Lazio ucciso con un colpo alla nuca al parco degli Acquedotti di Roma il 7 agosto del 2019. Del delitto è stato accusato Raul Esteban Calderon, di origine argentina: secondo gli inquirenti sarebbe l’esecutore materiale. Il mandante, che gli avrebbe offerto in cambio 100 mila euro, resta invece ignoto. Ne parlavamo in modo approfondito in questo articolo: Roma, omicidio Diabolik: delitto legato alla criminalità organizzata.