La situazione nella Striscia di Gaza è sempre più difficile e a farne le spese sono soprattutto i bambini, come avverte l’Unicef. Il portavoce dell’organo delle Nazioni Unite sottolinea la carenza sempre più drammatica di beni di prima necessità e, in particolare, dell’acqua, con i piccoli palestinesi cui sarebbe rimasta solo acqua di mare da bere.

Situazione a Gaza, l’Unicef denuncia “rifornimenti estremamente ridotti”

Della tragedia rappresentata dal conflitto attualmente in corso nella Striscia di Gaza, l’aspetto più odioso e raccapricciante, come in ogni guerra, è quello riguardante i bambini. Sia quelli israeliani decapitati barbaramente dai miliziani di Hamas, sia quelli palestinesi che provano a sopravvivere sotto gli attacchi dell’esercito israeliano, senza fare distinzioni che potrebbero piacere – speriamo di no – solo a chi ha l’ardire e, forse, la spregiudicatezza di prendere posizione nell’attribuire colpe e alibi.

Di questo torna a occuparsi l’Unicef, impegnata sul campo per monitorare proprio la situazione in cui versano i minori. Dopo la denuncia di pochi giorni fa, nella quale indicava che oltre 1600 bambini avessero perso la vita a Gaza, arriva ora un nuovo allarme, questa volta sul fronte degli approvvigionamenti.

A lanciarlo è il portavoce dell’agenzia Onu per l’infanzia, Toby Fricker il quale, intervistato da BBC News, ha messo in evidenza come, se prima della guerra Gaza avesse carenze notevoli sul piano alimentare e dei beni di prima necessità, ora queste sono inevitabilmente peggiorate, rendendo la situazione “catastrofica. Al punto che i genitori dei più piccoli sarebbero costretti a dar loro da bere acqua di mare.

“Uno dei membri del nostro staff ha una bambina di quattro e una di sette anni e cerca di tenere le bambine al sicuro, di tenerle in vita ogni giorno”.

Fricker denuncia la scarsità degli aiuti per la popolazione arrivati finora.

Ci sono stati rifornimenti, ma sono estremamente ridotti. Quando si vedono gli immensi bisogni sul terreno che abbiamo, ce ne vogliono molti, molti, molti di più”.

Guerra a Gaza, l’Unicef ribadisce la necessità del cessate il fuoco

Come gran parte della diplomazia internazionale, anche l’Unicef spinge perché si arrivi al più presto a un cessate il fuoco. La tregua sarebbe fondamentale per garantire l’ingresso dei soccorsi nella Striscia di Gaza e predisporre un’eventuale evacuazione il più possibile ordinata dei civili.

La protezione delle vite innocenti, conclude infatti il portavoce di Unicef, dovrebbe essere l’obiettivo principale di chiunque sia coinvolto sul piano diplomatico nella tragedia attualmente in corso in Medio Oriente.

“Quello che vediamo ogni giorno è che i bambini vengono uccisi, feriti e mutilati. E questa è la cosa più importante: proteggere le vite dei bambini e tenerli in vita”.