Giovane di 18 anni di Lequile, località in provincia di Lecce, rinchiusa da tre mesi nel carcere di Astana con pesanti accuse: ecco chi è Amina, la ragazza italiana bloccata in Kazakistan. È stata arrestata l’11 luglio scorso e ora rischia fino a 15 anni di carcere. Si tratterebbe però, secondo quanto riferito da lei stessa e dalla sua famiglia, di un’accusa infondata e senza prove di alcun tipo.

Chi è Amina, la 18enne in Kazakistan in prigione

Si chiama Amina Milo Kalelkyzy, è della provincia di Lecce, in Puglia, ed è rinchiusa da tre mesi nel carcere di Astana, capitale del Kazakistan. Si trova in prigione da tre mesi ed è accusata di traffico internazionale di stupefacenti. Proprio per questo motivo, la 18enne rischia dai 10 fino ai 15 anni di carcere.

La giovane, come racconta Il Quotidiano di Puglia, si era recata in questo Paese dell’Asia centrale con sua madre, la signora Assemgul Sapenova, la scorsa estate. Le due stavano facendo visita ad alcuni parenti che vivono lì. Stando alle ricostruzioni del giornale locale, la giovane di 18 anni sarebbe stata fermata una prima volta il 2 luglio 2023. In quella occasione sarebbe stata rilasciata dopo una notte in custodia. Quello era però soltanto l’inizio.

Due giorni dopo la ragazza sembra essere stata nuovamente fermata. Due agenti della Polizia lo avrebbero condotta con l’inganno in un appartamento privato. Qui sarebbe stata segregata e maltrattata per oltre due settimane. Nel frattempo, sempre secondo le ricostruzioni sul caso, i militari avrebbero chiesto telefonicamente alla madre della ragazza un riscatto di 60mila euro.

L’arresto di Amina Milo Kalelkyzy in Kazakistan

La signora Assemgul Sapenova a questo punto avrebbe avvertito l’ambasciata italiana ad Astana, ottenendo il rilascio della figlia. Le cose sarebbero però poi drasticamente peggiorate l’11 luglio successivo. La 18enne sarebbe stata chiamata sempre dalla Polizia e convocata in centrale. In questa occasione gli agenti l’avrebbero portata a firmare documenti scritti nella lingua locale che però lei non comprendeva. La giovani infatti non conosce né il russo né il kazako.

Poi sembra essere avvenuto l’arresto. A suo carico adesso pende un’accusa di traffico internazionale di droga. Amina si troverebbe in carcere da più di tre mesi senza prove a suo carico. A riferirlo è stata non solo la ragazza stessa, ma anche i suoi genitori. Secondo Assemgul Sapenova e Sergio Milo, il padre, la figlia si troverebbe dietro alle sbarre senza alcun motivo.

L’appello a Tajani

Da luglio scorso, la famiglia della ragazza sta cercando di ottenere il suo rilascio, ma senza successo. Amina Milo Kalelkyzy è nel carcere di Astana, capitale del Kazakistan, dall’11 luglio 2023. La giovane si professa assolutamente innocente di fronte alle accuse di traffico internazionale di droga che le vengono mosse.

La ragazza ha deciso dunque di scrivere un biglietto indirizzato all’Italia e, più in particolare, all’attuale ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Nel fogliettino strappato da un quaderno e affidato alla madre, Amina ha ribadito la sua innocenza e ha chiesto disperatamente di tornare a casa. Ha raccontato di essere detenuta illecitamente in Kazakistan e senza prove a suo carico.

L’Ansa ha fatto sapere che la Farnesina è informata sui fatti. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiesto all’ambasciata italiana in Kazakistan di garantire la massima assistenza alla nostra connazionale. La ragazza sembra ricevere visite regolari da parte dei membri del personale consolare italiano.

I genitori di Amina: “Nostro figlia ha tentato il suicidio”

Ai microfoni dell’Ansa, la madre della giovane ha raccontato che sua figlia avrebbe tentato due volte il suicidio da quando è detenuta in prigione. Amina avrebbe subito anche un tentativo di stupro. La ragazza inoltre, secondo quanto riferito dalla mamma, sarebbe dimagrita notevolmente.

Sergio Milo, padre adottivo di Amina, ha lanciato anche un appello al Governo italiano possa intervenire in questa triste vicenda in cui sono violati i diritti internazionali. La 18enne sarebbe tenuta sotto sequestro senza prove e indizi a suo carico. La giovane non avrebbe a sua disposizione neanche un interprete (dal momento che non conosce la lingua locale) nè un avvocato.

Il caso di Amina ricorda un po’ quello di Alessia Piperno, la travel blogger italiana di 30 anni arrestata in Iran e poi rilasciata dopo oltre un mese.