La scalabilità, ovvero la capacità di una blockchain di affrontare un numero sempre crescente di operazioni senza risentirne in termini di prestazioni, è un problema di vecchia data in ambito crypto. Bitcoin, ad esempio, ha subito evidenziato problemi in tal senso, tanto da spingere molti a cercare di risolverlo con progetti alternativi (Altcoin).
All’interno della stessa comunità riunita in BTC il problema ha dato luogo a molte discussioni e ad una scissione. A provocarla il tentativo di superarlo con un aggiornamento noto come Segregated Witness (SegWit). La decisione di implementarlo nella rete, infatti, fu osteggiato da un gruppo capeggiato da Roger Ver e Jihan Whu, che dettero vita a Bitcoin Cash, tramite hard fork.
Segregated Witness: cos’è
Segregated Witness è un aggiornamento del protocollo di Bitcoin sviluppato nel 2015 nel preciso intento di risolvere i problemi di scalabilità tipici delle blockchain. Il network dell’icona crypto, infatti, è in grado di convalidare un nuovo blocco in circa dieci minuti. Un tempo di blocco ritenuto eccessivo, in quanto all’atto pratico consente di processare appena 7 transazioni al secondo. Un dato insufficiente per rendere BTC un efficiente sistema di pagamento, considerato che quelli più utilizzati sono in grado di supportarne migliaia nello stesso arco temporale.
L’idea che fa da fulcro in SegWit è una riorganizzazione dei dati del blocco, tale da condurre ad una separazione delle firme dei testimoni dai dati della transazione avvenuta. In tal modo diventa possibile l’archiviazione di più transazioni in un singolo blocco, con conseguente aumento delle prestazioni sul network.
A proporre SegWit è stato Pieter Wuille, uno sviluppatore di Bitcoin, che ha condotto gli esperimenti insieme ai colleghi di Bitcoin Core, approdando alla sua effettiva implementazione nel sistema nel 2017, grazie ad un soft fork. Preceduto però da quello hard sfociato nella nascita di Bitcoin Cash, il più famoso in assoluto tra quelli che hanno sin qui caratterizzato il settore dell’innovazione finanziaria.
Oltre a Bitcoin, anche altre criptovalute hanno deciso di utilizzare il nuovo protocollo, tra cui Litecoin. Spinte a farlo da alcuni miglioramenti che sono effettivamente stati resi possibili dalla sua implementazione. Miglioramenti che si sono tradotti in vantaggi pratici di non poco conto.
I vantaggi di Segregated Witness
Tra i principali vantaggi collegati all’utilizzo di Segregated Witness, occorre ricordare in particolare i seguenti:
- l’aumento della capacità dei blocchi, conseguenza della rimozione dei dati relativi alla firma dall’input della transazione, grazie alla quale ogni blocco aumenta la sua capacità effettiva in termini di archiviazione, portandola da 1 a 4 MB;
- la maggiore velocità in termini di transazioni. L’aumento del numero di operazioni in movimento lungo la blockchain eleva il tasso di PPS (transazioni per secondo), nonostante il fatto che il tempo necessario per il mining rimanga in pratica inalterato;
- l’impossibilità di alterare le firme collegate alle transazioni e di rendere quindi definitive e senza possibilità di modifica le operazioni che non sono valide;
- la maggiore convenienza delle transazioni sulla catena interessata. Se prima dell’introduzione di SegWit il loro costo poteva arrivare oltre i 30 dollari, a seguito dell’implementazione si attestano solitamente sotto il dollaro.
Segwit: il suo seguito è stato sospeso
Dopo l’implementazione di SegWit tramite soft fork, è stato proposto anche un secondo aggiornamento, che è stato denominato SegWit2x. In questo secondo caso, ad essere oggetto di modifica non sarebbe stato solo il batching delle transazioni, ma anche le dimensioni del blocco, con un raddoppio secco da uno a due MB.
Ne sarebbe conseguito un aumento del carico per miner e operatori di nodo, derivante dal pratico raddoppio dei dati in gestione. Questo secondo aggiornamento, però, è stato sospeso, in quanto si trattava di un hard fork e come tale richiedeva il consenso della comunità, che non è stato mai ottenuto.