Cos’è l’effetto budino durante un terremoto? Le recenti scosse sismiche avvertite nella provincia di Rovigo hanno preoccupato la popolazione della Pianura Padana.
Il terremoto è stato avvertito in varie zone del Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Tutte regioni che fino a poco tempo fa si potevano considerare non sismiche.
Gli esperti hanno spiegato che la scossa è conseguenza dell’effetto budino. Di cosa si tratta?
Cos’è l’effetto budino: perché accade in Pianura Padana
Tutto il territorio italiano è zona sismica, quindi in realtà non dovrebbero sorprendere scosse anche lungo la Pianura Padana. Statisticamente però questi eventi sono più rari e soprattutto hanno un’intensità minore. È però sbagliato considerare questa regione geografica al sicuro da terremoti.
La stranezza dell’evento avvenuto qualche giorno fa a Rovigo è la distanza di propagazione degli effetti di scuotimento. Il sisma, seppur di lieve entità, è stato percepito anche a diversa distanza dal suo epicentro.
La motivazione di questa straordinaria propagazione risiederebbe nel cosiddetto effetto budino.
Anche la zona del Veneto sede dell’epicentro è infatti situata all’interno di uno strato di deformazione. Con questo termine si indica la predisposizione al movimento di un determinato territorio.
Le placche e i blocchi sono infatti in relativo movimento tra loro e quanto entrano in collisione accumulano energia di deformazione. È questo che innesca il sisma.
La zona della Pianura Padana ha le stesse caratteristiche deformative della catena appenninica dell’area limitrofa.
Energia concentrata nei sedimenti del Po
Come hanno spiegato gli esperti di geofisica, anche sotto la Pianura Padana infatti ci sono faglie attive. Queste tuttavia vengono classificate come “cieche” perché non si manifestano esplicitamente in superficie. È proprio questa mancanza di visibilità a indurre l’opinione comune ad attribuire alla zona una non sismicità.
Quando invece si indaga in profondità, si vede come le linee sismiche determinate dell’energia di deformazione si propaghino anche al di sotto della pianura. Infatti in profondità esistono diversi strati di roccia deformate e alcune faglie attive. A dimostrazione della sismicità della zona, basti ricordare il terremoto di Mirandola, in provincia di Modena, avvenuto nel 2012.
Tuttavia l’energia che si può scatenare da queste zone è nettamente inferiore a quella delle faglie attive dell’Appennino abruzzese, della Calabria, della Basilicata o della Campania. Sono però allo stesso modo porzioni di sottosuolo capaci di movimento.
Lungo la Pianura Padana però la difformità di materiale minerale ha fatto sì che si innescasse un effetto budino. I sedimenti portati dal fiume Po hanno infatti risentito maggiormente dell’energia sismica e hanno fatto si che le onde di scuotimento si potessero propagare più in lontananza.
Questi minerali infatti hanno oscillato molto di più rispetto alle rocce che compongono Alpi e Appennini. Si è perciò creato un effetto ondulatorio molto più evidente, se paragonato alla reale energia dissipata.
Conseguenze e rischi
L’effetto budino è quindi un meccanismo fisiologico determinato dalla sola disomogeneità di caratteristiche chimiche e fisiche delle rocce che compongono la Pianura Padana.
Un’indagine più accurata dei meccanismi che si innescano nel sottosuolo servirà ad affrontare meglio il rischio sismico in quest’area.
Non è assolutamente un fenomeno pericoloso e di cui avere paura. I sismologi infatti sono pienamente consapevoli che al di sotto del Po esistano faglie potenzialmente attive che possano scatenare terremoti.
L’energia di deformazione è infatti di entità non elevata ed eventuali prossimi terremoti non avranno conseguenze estremamente distruttive.
Allo stesso modo le osservazioni riguardanti la placca appenninica hanno mostrato un graduale meccanismo di scorrimento al di sotto della placca adriatica. Se a Nord, come in Veneto, gli effetti del movimento si traducono in terremoti di tipo compressivo, ai lati della placca appennina si verificano attività di tipo distensivo, come recentemente accaduto in provincia di Firenze.