Tutta da ridefinire la posizione del fratello di Saman Abbas, la 18enne pakistana di Novellara uccisa nel 2021 per aver rifiutato un matrimonio combinato in patria. Il ragazzo, minorenne all’epoca dei fatti, va sentito come “indagabile” e le sue dichiarazioni, rese in più occasioni, non possono più essere utilizzate.

Lo ha stabilito la Corte d’Assise di Reggio Emilia. Oggi 27 ottobre 2023 era attesa la sua testimonianza in aula, ma è stata rimandata di qualche giorno come da richiesta del suo legale.

Processo Saman Abbas, cambiata la posizione del fratello

La Corte d’assise di Reggio Emilia ha dichiarato quindi l’inutilizzabilità delle dichiarazioni rese da A. nel corso di un incidente probatorio del 21 maggio 2021 e poi in altre due audizioni davanti al pm. Il provvedimento ha accolto un’eccezione presentata dalle difese degli imputati nella scorsa udienza. E’ stato comunicato poco prima dell’inizio del suo ascolto, in modalità protetta, nel processo per l’omicidio di Saman.

Testimonianza poi rimandata a martedì 31 ottobre, su richiesta della sua legale Valeria Miari.

Dopo che la sua posizione è cambiata, abbiamo bisogno di tempo per decidere se rispondere o meno

ha spiegato l’avvocato.

Secondo la Corte d’Assise, all’epoca dell’incidente probatorio e dei colloqui con i pm, c’erano già “precisi indizi di reità” in merito a un possibile concorso nell’omicidio di Saman. Quindi si sarebbe dovuto ascoltare il giovane non come persona informata sui fatti, bensì in veste di indagato.

Da teste a “indagabile”

Il ragazzo era considerato, fino a questo momento, il teste fondamentale dell’accusa. E’ sempre stato contro la famiglia: in una telefonata del 28 maggio 2021 con la zia, accusava lo zio Danish della morte della sorella.

Da oggi non parlerò più con tuo fratello Danish e non parlerò nemmeno con quel cane che ha i baffi e più nemmeno con Irfan, non parlerò più neanche con gli altri due che stanno con loro perché ha fatto tutto lo zio, ha fatto tutto lo zio.

In un’altra occasione aveva invece dichiarato:

vanno all’inferno tutti, se non c’è più la mia sorella allora non c’è più nessuno.

Solo le dichiarazioni che eventualmente rilascerà in futuro saranno quindi prese in considerazione per la sentenza.

Il fratello di Saman sotto protezione per le minacce ricevute

Il giovane vive oggi sotto protezione a causa delle pressioni ricevute dei familiari che gli  hanno chiesto di ritrattare quanto dichiarato. Uno scenario emerso da alcune conversazioni intercettate.

Per l’omicidio sono imputati il padre Shabbar Abbas, che ha dichiarato di non sapere chi abbia ucciso la figlia; la madre Nazia, ancora latitante; lo zio Danish Hasnain e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. La ragazza, stando ai risultati della perizia medico-legale sul cadavere, è stata strozzata e sepolta in una fossa scavata per sei volte proprio dai suoi familiari.

La posizione del fratello della 18enne è quindi molto delicata nonché ambivalente: la qualifica di “indagabile” gli sarebbe stata attribuita anche per tutelarlo.