Mamme e papà, ragazzini, persone con età e storie diverse, unite dallo stesso tragico destino: chi sono le vittime della strage nel Maine? Ammonterebbero a 18, in totale: sette hanno trovato la morte nella pista da bowling Just-In-Time Recreation, otto allo Schemengees Bar & Grill e tre in ospedale, a causa delle gravi lesioni riportate durante la sparatoria. Il loro killer, l’ex militare Robert Card, è ancora ricercato. È armato e pericoloso: oltre 100 agenti gli starebbero dando la caccia.
Chi sono le vittime della strage nel Maine
A riportare i nomi e le storie di alcune delle 18 vittime della strage consumatasi a Lewistone, nel Maine, due giorni fa, è la Cnn. Si tratta di persone con vissuti estremamente diversi, accomunate solo da fatto di essersi trovate nel posto sbagliato al momento sbagliato. C’è Peyton Brewer-Ross, di 39 anni. Quando l’ex militare Robert Card ha iniziato a sparare sulla folla, era allo Schemengees per un torneo di cornhole, un gioco a squadre che consiste nel lanciare dei sacchetti di stoffa verso una piattaforma di legno, per fare punti.
Da pochi giorni aveva festeggiato insieme alla famiglia il secondo compleanno della sua bambina, che stamattina si sarebbe svegliata cercando il papà (come ha riferito il fratello). C’è Arthur Strout, per gli amici “Artie”, padre di cinque figli. Mercoledì sera era al ristorante presto d’assalto insieme al padre Bernard, riuscito a salvarsi per miracolo. C’è Joseph Walker, che allo Schemengees lavorava come direttore e che, con grande coraggio, prima di essere ucciso, secondo alcuni testimoni avrebbe provato a fermare l’assalitore con un coltello. 25 anni fa aveva perso la sorella in un incidente stradale.
Persone uscite per trascorrere fuori una serata, in compagnia dei propri parenti o degli amici, colpite dai proiettili vaganti sparati da un uomo che già in passato aveva inneggiato alla strage, sostenendo di “sentire delle voci”. Persone diventate in poche ore veri e propri martiri. Come Tricia Asselin, di 53 anni, che nella sala da bowling di Lewistone lavorava part-time. Sarebbe stata lei a chiamare i servizi di emergenza, venendo presa di mira dal killer. Qualche ora dopo sarebbe morta. Il fratello l’ha definita “la roccia della famiglia”.
Sono solo alcune delle persone morte. Tra le altre, anche Bill Brackett, Michael Deslauriers II, Bob Violette, Steven Vozzella e Tommy Conrad. La più giovane delle vittime sarebbe, per ora, Aaron Young, spentosi ad appena 14 anni insieme al padre Bill.
L’assalitore è ancora a piede libero
La persona che ha tolto loro la vita si chiama Robert Card ed ha 40 anni. Quando è entrato nei due locali del Maine seminando il panico era da poco stato licenziato e lasciato dalla compagna. Secondo i media statunitensi sarebbe affetto da gravi problemi mentali.
Il timore è che possa essere entrato in possesso di una radio della polizia, riuscendo in questo modo ad anticipare le mosse degli agenti che da ore lo stanno cercando. Si tratta di un individuo “pericoloso”: potrebbe fare del male ad altre persone. Nella casa dei suoi parenti, passata al setaccio, non è stato trovato. Mentre le ricerche proseguono, il presidente Joe Biden è tornato a parlare della necessità di varare una legge che vieti le armi d’assalto, parlando di una “sparatoria senza senso”.
Ieri il Presidente Mattarella gli aveva scritto a nome dell’Italia intera:
Siamo vicini con sentimenti di partecipe solidarietà al dolore delle famiglie sconvolte da un gesto di così brutale violenza e auguriamo ai feriti un pronto e completo ristabilimento.
In 13 sarebbero ricoverati a causa delle ferite riportate durante la sparatoria, già annoverata – insieme a quella che a Las Vegas costò la vita a quasi 60 persone durante un festival musicale – tra le più sanguinose della storia degli Stati Uniti.