I “tifosi” dello Slavia Praga sfilano a torso nudo in corteo lungo Via dei Fori Imperiali, con il Colosseo sullo sfondo. Assieme all’immagine che trovate in questa pagina, è francamente difficile trovare scene meno edificanti ed emblematiche dell’ennesimo “arrivo trionfale” a Roma, in occasione di una partita di calcio. E risparmiamo la retorica di come e cosa dovrebbe essere una partita di calcio. Cosa è successo prima e dopo Roma-Slavia Praga? Sfilate macho, botte, accoltellamenti (uno, ai danni di un tifoso ceco), feriti (un poliziotto e uno steward dell’Olimpico), lanci d’oggetti, striscioni rubati e una città che, inerme, assisteva. Ne abbiamo parlato con Claudio Pica, presidente Fiepet Confesercenti Roma, le cui parole alla fine di questa intervista stupiranno qualcuno. O faranno maggiormente riflettere quel qualcuno su cosa vivono le città italiane e la Capitale in particolare in occasione di certe partite.
Pica (Confesercenti): “Serve maggior prevenzione, cancelliamo le immagini di Roma-Slavia”
Presidente Pica, ci racconta come si preparano i locali romani in occasione di partite come Roma-Slavia Praga?
“Nella maggior parte dei casi, anche per ordine del prefetto, si evita di somministrare alcolici in certi orari. La maggior parte degli esercenti esegue”.
Vuol dire che non lo fanno tutti?
“No. Aggiungo però che noi siamo sempre per il rispetto delle regole e di quelle norme che a volte andrebbero comunicate con buon anticipo, perché non sempre il messaggio riesce a raggiungere gli oltre 6/7.000 pubblici esercizi coinvolti. Esistono anche delle ordinanze prefettizie che delimitano determinate zone. Il più delle volte le aree prossime allo stadio, e qualche volta si cerca di allargare il divieto anche ai quartieri limitrofi. Forse la maggior presenza delle forze dell’ordine aiuterebbe a evitare certi rischi e forse anche l’Uefa potrebbe intervenire in anticipo, giacché ben si conoscono quelle 10/15 frange più pericolose”.
Altre possibili soluzioni?
“Il divieto di trasferta (come accaduto ai tifosi della Lazio per la partita tra i biancocelesti e il Feyenoord, ndr) potrebbe essere una di queste. E in quel caso si può appunto collaborare con l’Uefa anziché essere costretti a intervenire dopo. Si possono anche individuare zone presidiate in cui convogliare i gruppi. L’immagine di gente che all’improvviso sfila sui Fori Imperiali non è bella per nessuno”.
Un corteo paramilitare.
“Bisogna partire dal presupposto che non sono tifosi, ma teppisti. Ed erano tantissimi, dopo gli olandesi sono i più pericolosi. Il lavoro di intelligence delle polizie europee dovrebbe riuscire a offrire maggiore attività di prevenzione. Poi ci troviamo a tirare bilanci e a dire che, in fin dei conti, è andata bene perché c’è stato ‘un solo accoltellato'”.
“Ci sono tifosi e tifosi. Ricordiamo ancora cosa successe a Piazza di Spagna”
Quando cominciano ad aver paura gli esercenti?
“I timori si concentrano soprattutto nel post-partita. A ora di pranzo o già nei giorni precedenti, arrivano i tifosi sportivi, quelli che vogliono godersi anche l’aspetto turistico della trasferta. Sono quelli che invece arrivano il giorno stesso a dover essere monitorati in zone di presidio. E, tra queste ultime, spero non sia mai più individuata Piazza di Spagna, come ci ricordano certi tristi episodi del passato. Credo che il villaggio di Villa Borghese sia il più indicato e più facile da organizzare. Una sicurezza per tutti”.
Ma qual è il rischio peggiore?
“Il branco. Queste persone si sentono forti in branco ed è assolutamente da scongiurare”.
Quindi cosa dovrebbero fare i locali pubblici?
“Meglio incassare meno e stare sicuri piuttosto che, per incassare di più, rischiare problemi gravi”.
Lei è contrario alle trasferte?
“No, ma in certe situazioni sarebbe meglio evitarle. Le tifoserie violente si conoscono e la prevenzione dovrebbe partire sin dalla fase di sorteggio, a luglio o agosto. Da lì in poi, le questure delle città più importanti come Roma, Torino o Milano dovrebbero confrontarsi con il governo, che a sua volta dovrebbe inviare segnalazioni all’Uefa, come già accaduto ai tempi di Matteo Piantedosi prefetto, prima che diventasse ministro dell’Interno”.
“Paradossalmente, la situazione è migliorata rispetto al passato”
Avete ricevuto rassicurazioni dal governo?
“Le norme vengono riproposte ogni anno e riguardano per lo più l’alcol, anche nelle gare di campionato. Però occorre fare dei distinguo: i tifosi di una certa squadra sono diversi da quelli di un’altra. I comportamenti non sono sempre gli stessi e sempre violenti. È fondamentale poi seguire le chat dei tifosi“.
Ma, nel complesso, la situazione è migliorata o peggiorata rispetto al passato?
“Sembrerà paradossale e addirittura brutale all’indomani di un accoltellamento, ma senz’altro è migliorata. Intorno all’Olimpico non si vedono più certe cose, le risse sembrano diminuite. Qualcosina si sta intravedendo, ma non bisogna mai fermarsi pensando che ‘stavolta non è successo niente'”.